me, la composizione architettonica. Due sono le linee di sviluppo che prevalgono, che si ritrovano distinte, e solo qualche volta fuse nelle poesie: la prima tende a realizzare versi in ritmo (più che in metro che richiede il conto delle sillabe toniche e non) dove ogni piede è determinato dall'accentuazione e non importa di quante sillabe sia composto, spesso è monosillabico. Quasi si deve seguire gli accenti di corsa senza atoniche in mezzo, per questo Hopkins lo ha chiamato sprung rhythm. Egli è molto attento alle fonti da cui desume questa forma: in particolare insiste a lungo, nel testo citato, sul verso saturnio, con un'intera pagina di esemplificazioni, e sull'old english, sull'anglo-sassone, e sull'antica poesia gallese cywydd. Tutte queste forme hanno in comune una grande libertà e flessibilità, oltre alla vicinanza col ritmo della prosa, del discorso. Del verso saturnio notiamo che si tratta di un sistema di versificazione più che di un metro ben definito, ancora fluido e oscillante fra l'antica prosa ritmica e allitterante e le norme ben più chiuse della metrica quantitativa. E al proposito Hopkins opta per la interpretazione accentuativa di questo verso. È probabilmente il prevalere in esso di fenomeni di allitterazione, assonanza e rima (legati all'antico sostrato allitterante accentuativo indo-europeo) ad aver posto il verso saturnio alla base degli studi di Hopkins per la determinazione del suo sprung rhythm, e di quelli di Saussure sugli anagrammi e ipogrammi. E infatti la sua posizione antecedente al predominio quantitativo del verso classico greco e latino lo ricollega direttamente al rinnovarsi accentuativo della metrica romanza. I due capitoli dedicati al nuovo ritmo nella ampia e ricca monografia hopkinsiana del Gardner insistono molto sull'importanza degli antichi scritti anglosassoni e gallesi, delle canzoni popolari e delle ninne nanne. Il riscontro sui testi mostra una grande ripresa di figure ritmiche del Piers Plowman e della stanza cywydd (che ha an61
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