Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

non casuale, gioca un ruolo, per così dire, estremo. Da quarido Jean Starobinski ha tratto alla luce le ricerche di De Saussure sugli anagrammi e ipogrammi, che ampliano l'anagramma dalla singola parola all'intero enunziato, l'attenzione degli studiosi del testo poetico vi si è particolar- - mente rivolta, con implicazioni che ne sottolineano l'effetto di comunicazione transcontestuale, o, in altri termini, l'instaurarsi di una rete di «ossessioni inconsce, che si rea- � lizzano mediante il dominio della lingua sull'autore»17. Gli esempi (citati da Cesare Segre) di disseminazione anagrammatica della parola hystérie nel verso che conclude Ue sentls ma gorge Serrée per la main TERrlblE de l'hystérie) la poesia del Vieux saltimbanque di Baudelaire, o dell'anagramma Silvia/salivi con cui, come ha individuato e commentato Stefano Agosti, si apre e si chiude la prima strofa del leopardiano A Silvia, costituiscono modelli di questa pregnanza significativa e delle maniere del suo occultamento/disvelamento1 •. 4. Il poeta e la lettera: una glossa Alcuni anni fa, nel 1976,19 mi accadde, su questa stessa rivista, di arzigogolare sulla r ariostesca soffermandomi sull'ottava che apre il poema è sul suo primo verso in particolare. Accennavo anche, sul finale, all'ipotesi che la passione che mi. lega, sin dall'inizio dell'adolescenza a questo poema e al suo autore avesse anche a che fare con un anagramma che direttamente mi coinvolge: Mario Spinella, il mio nome e l'inizale del mio cognome contengono, e nello stesso ordine, ben cinque delle sette lettere da cui è composto il cognome di Ariosto. E mi riferivo, in esergo, a un'osservazione critica di Freud sugli autori delle «patografie», contenuta nel suo scritto su Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci (6, 269), piegandola tuttavia a un significato più generale: «Spesso l'hanno fatto oggetto dei loro 28

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