Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

giunco separare...che ho detto? O Dio, fammi annegare o naufragare nel mare amaro! VII. Arnaut vuole che il suo canto lo si offra là dove una dolce parola comincia per agre. Questa canzone è un esempio cospicuo - anche se poco vulgato - del «trobar clus» danielino: la sua fortuna letteraria spazia da Dante a Ezra Pound, né si può escludere - come vedremo, che abbia lasciato qualche traccia nel canzoniere del Petrarca. Certo costoro la leggevano e la interpretavano in maniera affatto diversa dalla nostra. Non è soltanto un divario di competenza linguistica e di approccio culturale: il fatto è che lavoravano su un testo profondamente diverso. Dante ·compulsava il suo manoscritto confezionato nel provenzale letterario corrente in Europa sullo scorcio del sec. XIII. Ezra Pound sfogliava la vulgata danielina approntata da Ugo Angelo Canello: pioneristica, ma destinata a restare per più di mezzo secolo pressocché immutata. Nostalgia di certezze perdute! Né manca, a tutt'oggi, qualche addetto ai lavori incapace di rinunciarvi; l'attaccamento viscerale a un testo che sia immediatamente leggibile e comprensibile, in base a certi canoni precostituiti sul piano grafico e grammaticale, fa aggio sulla ricerca della verità, che è sempre scomoda ed è spesso compromettente. Meglio battere sentieri collaudati ed eludere le questioni ermeneutiche più spinose, o tacendo o scegliendo la soluzione più facile: per questa via si rassicurano i benpensanti e si guadagna a buon mercato un'etichetta di «lodevole» cautela scientifica. Il testo che qui ripropongo è tratto da un'edizione critica «aperta», fondata cioè su dubbi più che su certezze. Raramente come in questo caso la fissità cristallina della stampa, la relativa scorrevolezza della traduzione rappresentano involucri per buona parte illusori. Qualsiasi com178

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