Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

costituisce, sul piano trasposto, la registrazione riflessa, il segno che lo rappresenta: in altre parole, essa è ciò che dice il crollo della logica normativa, che abbiamo visto essere il metaforizzato di «naufrage»: è, insomma, la SCRITTURA, e precisamente, la scrittura della catastrofe («l'écriture du désastre»). Ed allora sarà oltremodo significativo constatare come il termine in questione rivesta questo stesso valore nel primo verso della composizione liminare prevista per l'edizione Deman delle poesie, Salut: Rien, cette écume, vierge vers ... Terzo: l'«écume» che sa, la scrittura che dice, non è coinvolta nel naufragio. Anche se sa, essa continua a dire: sa, e tuttavia («tu/ le sais, écume, mais y baves») continua ad elaborare il proprio arabesco, la propria ragnatela, su quella superficie compatta che si è richiusa sopra (o sotto) la catastrofe: superficie situata tra due abissi reversibili, l'abisso celeste e l'abisso marino, e che dà testimonianza di uno spazio altro, inconcepibile. Quello stesso ove tra poco, uscito dal suo sogno, e ormai al sommo della lucidità, al sommo della vertigine, lgitur lancerà, in gara con le costellazioni, il proprio coup de dés. Stefano Agosti NOTE 1 Modèles psychanalytiques et théorie du texte, in Exigences et perspectives de la sémiotique, Recueil d'hommages pour A. J. Greimas, 2 voll., John Benjamins Publishing Company, Amsterdam 1985, vol. I, pp. 383-396. ' Ibid, p. 391 e sgg. 164

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