Il piccolo Hans - anno XII - n. 48 - ott./dic. 1985

lità di «figurazione» astratta, non codificabile. Tali sono infatti le «figurazioni» di senso (le «figure» dell'attività della lettera) prodotte dagli immemoriali e misteriosi istituti della Rima, dell'Allitterazione, del Ritmo, della Metafora ecc., nonché da quei fenomeni, solo imperfettamente istituzionalizzati, che sono l'Anagramma, la Paronomasia e la Metatesi. Questi istituti, ciascuno dei quali comporta il coinvolgimento di almeno due elementi o luoghi del discorso, alterano o rompono, o comunque ingorgano e sprofondano, le configurazioni canoniche degli enunciati (questo, per il versante della negatività); d'altro lato (e questo vale per il versante della positività) promuovono un senso che non risulta registrato in nessuno dei codici vigenti della comunicazione. Qual è il senso che promana da una serie di vocaboli ordinati in misura ritmica, per cui la sequenza viene a comporsi in base ad articolazioni che non coincidono più con le frontiere normalmente distintive delle unità di significato? O, ancora più semplicemente: qual è il senso che fuoresce da queste stesse unità sotto ictus, senso che si agglutina su di esse alla stessa stregua di una cicatrice sulla ferita? E ancora: quale senso deferiscono due vocaboli vincolati dalla rima? un terzo senso? Ovviamente sì, ma non certamente in quanto somma o prodotto dei due vocaboli presi separatamente (l'operazione è del resto ineffettuabile qualora i vocaboli in causa - come spesso succede - appartengano a categorie diverse: presso i grandi poeti, infatti, le rime sono quasi sempre antigrammaticali: vedi Mallarmé). E qual è il senso prodotto da una metafora? quello rappresentato dall'elemento comune ai due termini-oggetto, o quello che nasce dalla sovrapposizione - attraverso l'elemento comune - degli stessi? Probabilmente né l'uno ne l'altro. Piuttosto: un senso costituito, a un tempo, dal: l'identità dei termini-oggetto promossa dall'elemento comune (sèma o funzione proposizionale) e dalle differenze che non cessano di contraddistinguerli e sulle quali si accampa l'identità. 149

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