Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

Disegni ai margini (Stendhal, Sterne, Freud) Dessin / dessein / destin: l'anfibologia felice fra disegno cioè immagine tracciata con linee e segni, e disegno in quanto progetto, intenzione, fa da ponte pure in italiano al terzo termine: destino senza il soccorso della quasi omofonia. Anche un destino si disegna, come dire che si sviluppa una certa linea nella quale s'equilibrano caso e necessità. Il disegno è ciò che, via via, appare. Nell'opporre Zeichen e Mal, Benjamin rimarca la relazione fra linea grafica e fondo - cui essa conferisce identità. Dunque, per il disegno,in quanto figura del costituirsi del soggetto, sarà sempre questione di nessi. Perfino quel prodotto particolare che viene definito « libro illustrato » parte da un problema di rapporto: rapporto fra disegni, dipinti, in generale immagini, che vi si intercalano, e testo scritto. Il più semplice, senza residui, è il nesso funzionale immediato: illustrativo o come preferirei dire, dimostrativo. Il disegno (comprendo sotto questo termine ogni forma di rappresentazione grafico-pittorica) illustra il libro, cioè somministra una traduzione visiva di ciò che il testo è supposto dire. In qualche modo interpreta il testo, e così si potrebbe anche parlare di un'ermeneutica visiva (o visibile). Gli esemplari più convincenti, in questo campo, sono fomiti dai romanzi d'avventura per ragazzi; penso come ad archetipi ai romanzi salgariani illustrati da Gamba o 15

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