Il piccolo Hans - anno XII - n. 47 - lug./set. 1985

L'illusione di Giotto I) La vertigine suscitata dai dipinti di Giotto è particolare: sembra infatti - analogamente a quanto succede in Dante - che proprio quando la chiarezza delle architetture si fa più netta, queste paiono più enigmatiche; così anche questo « senso della vertigine»: più pare evidente, e più rileva qualcosa di confuso nella « comprensione» della rappresentazione. Alle radici dell'irreversibilità vertiginosa dei percorsi interpretativi - o della percezione di discontinuità nella trama compositiva - sta la particolare struttura della spazialità di Giotto. Argan infatti ha ben mostrato che la spazialità di Giotto non è l'effetto di « illusione visiva né di suggestione psicologica » '. Partendo da questa indicazione sarebbe senza dubbio molto interessante, da una parte, approfondire in sede storico critica il senso rivoluzionario di una poetica per la quale le rappresentazioni non si costituiscono come un « effetto illusorio», rompendo le tecniche tradizionali della mimesi (povertà di mezzi francescana). D'altra parte può essere altrettanto interessante studiare come si strutturi uno spazio che si costituisce nel luogo in cui ogni « suggestione psicologica» deve venir meno. Nella nota che segue si tenteranno esempi, benchè non rigidamente ordinati, di entrambe le direzioni di indagine. 2) La prospettiva: è evidente che Giotto ne usa una, 148

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