Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

dice col canto. Canto e incanto sono uguali nella radice etimologica. L'opinione di Freud, secondo la quale l'arte è il surrogato dell'onnipotenza perduta - come Pfeifer constata - ha la sua conferma anche nella musica. La musica, secondo questa concezione, rende ripetutamente inclini alla regressione al livello fisico, narcisistico e magico, ma, nella musica, allo stesso tempo, come in ogni forma d'arte, si fa valere anche la sublimazione. L'aggiunta di Hermann alla teoria di Pfeifer è che gli elementi della musica che rendono inclini alla regressione, possono condurre alla perversione. Discussione In base alla teoria qui esposta e ai casi menzionati vorrei mettere in luce due problemi di tipo teorico presi dalla serie (affrontabile in più modi) delle perversioni. Uno è il problema dell'irrealtà erotica, e l'altro è l'irrealtà dell'identificazione sessuale. In connessione con la teoria di Hermann possiamo porci la questione: la deformazione della relazione con la realtà è conseguenza di uno sviluppo sessuale deformato, oppure è la deformazione sessuale che è conseguenza della deformazione dello sviluppo dell'Io? Il problema dell'irrealtà nella perversione occupa gli psicoanalisti già a partire da Freud. Che fra la paranoia e l'omosessualità latente esista uno stretto rapporto, fu dimostrato in primo luogo da Freud (1927) e da Ferenczi (1911). Freud (1927) introduce il concetto della scissione dell'Io in relazione con il feticismo: il malato, in conseguenza dell'angoscia di castrazione non riesce a rinunciare alla fantasia del pene femminile, e preferisce piuttosto scindere la realtà. L'oggetto-feticcio mantiene la fantasia infantile, mentre il resto dell'Io accetta la realtà. L'altro lato della questione viene illuminato da 89

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