Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

Fenichel (1931) che paragona la sessualità infantile salvata che si manifesta nell'atto perverso, al ricordo di copertura. Con l'aiuto del ricordo di copertura (quale è il feticcio) la negazione della castrazione riesce in maniera economica. Il ricordo di copertura - come sappiamo - è la messa in rilievo di un momento non significativo della realtà, a scapito del contenuto significativo (rimosso), è, cioè, una deformazione della l'ealtà. Un'altra deformazione della realtà è l'esperienza del déjà-vu. Hermann (1971) trovò più frequentemente queste esperienze fra i malati perversi musicalmente dotati che fra gli altri. Si rifà a Arlow (1959) conformemente al quale pensa che l'illusione del rivedere qualcosa di già visto è piuttosto il disturbo del senso di realtà che quello del1'esame di realtà. Il primo a esporre l'opinione secondo la quale il disturbo del senso di realtà conduca alla perversione fu Glover (1932). Come sottolinea, il senso di realtà dipende dalla distinzione fra le impressioni del proprio corpo e quelle dell'ambiente. Questa distinzione è resa difficile dalle angoscie e aggressioni arcaiche dei meccanismì difensivi di proiezione-introiezione. Così, sia gli organi e le varie parti del corpo del soggetto e dell'oggetto, che il cibo, il vestiario e le secrezioni del corpo passano solo gradatamente da 'oggetti parziali' a parti della realtà. Se avviene un accresciuto investimento di libido di questi oggetti parziali, o se questa libidinizzazione primitiva aumenta per via regressiva, appare allora la perversione. Quanto più primitiva è la perversione, tanto più vicina rimane alla fonte dell'angoscia, oppure agli oggetti parziali; nel caso della perversione più sviluppata (per es. l'omosessualità) la perversione offre un «balsamo» riguardo tutto l'oggetto. La concezione di Glover conduce al problema dello schema corporeo e del senso di realtà. Greenacre descrive nel 1952 come l'erronea integrazione degli apparati dell'Io 90

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