Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

provocata dai suoni, accompagnate dall'interésse erotico per il padre, dimostrano la correlazione hermanniana. Nel mio articolo uscito in italiano (1980) ho presentato lo speciale comportamento acting out di un malato omosessuale, che consisteva nel fatto che durante le sedute psicoanalitiche sopprimeva tutti gli interventi dell'analista ad alta voce. L'autostimolazione per mezzo della voce chiassosa si dimostrava determinante anche nella perversione di quel malato. Altri esempi: nella famiglia di una giovane malata si ebbe un caso di morte. La malata non poteva liberarsi dalla sua paura magica secondo la quale, se le capitava qualcosa di bello, nella famiglia succedeva qualcosa di brutto. Anche allora succedette così: aveva passato una giornata intera nell'acquisto di un pianoforte che da tempo desiderava avere, ed era completamente felice. Come risulterà dopo dalla sua analisi, la sua passione per la musica era connessa con una sua fantasia omoerotica, coccolata dall'infanzia, e aveva un senso di colpa magico perché, quando lasciava predominare questa sua fantasia, cioè soddisfaceva la sua passione per la musica, riceveva subito una punizione, in questo caso la morte del suo parente. Nella musica la eccitava soprattutto l'improvvisazione, come succedeva anche a Hanno Buddenbrook nel romanzo di Thomas Mann. Il suo piacere supremo erano l'improvvisazione e la trasposizione, mentre si immaginava nei panni di Hanno, bel ragazzo ricciuto dai capelli neri. Questa figura immaginaria generata dalla musica è rimasta alternativamente come l'oggetto del suo amore immaginario e come quello della sua identificazione. Vale a dire che al livello dell'onnipotenza magica era capace di autocrearsi bisessuale attraverso la musica. Hermann (1970) ritiene che la ricerca delle variazioni musicali sia un nodo di eccitazione nella parte dell'Io inerente al mondo acustico, nodo che mira a un continuo accoppiamento e compilazione e che costringe 82

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