Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

anche la sessualità a questo modo di lavoro basato sulla ricerca delle variazioni. Si presenta un interessante parallelismo fra un malato (caso pubblicato da Hermann nel 1970) e un mio caso. Herrnann sottolinea nell'anamnesi del malato le eccitazioni aggressive ed erotiche risalenti ai suoni della scena primitiva, e più tardi il fortissimo musicale che desta una simile tensione in lui adulto. Nell'infanzia aveva una bella voce di soprano, più tardi, da adulto, aveva fantasie in cui si immaginava di essere una cantante, canticchiava arie per soprano davanti allo specchio mentre si faceva la barba. (In quel tempo era pianista). Fin dall'infanzia l'eccitazione sessuale dal pene si era trasferita agli organi di fonazione, così perfino i suoni degli intestini gli causavano piacere (v. Ferenczi). Nelle sue fantasie onanistiche fin dall'infanzia si immaginava di essere una bambina mentre pensava a un pene enorme. Nello sviluppo sessuale del malato omosessuale da me analizzato avevano un ruolo quasi ugualmente importante i suoni (osservati da bambino) della scena primitiva, la bella voce di canto nell'età prepubere, la femminilità associata con la voce nell'età pubere, e più tardi, nelle relazioni omosessuali, l'enorme pene ammirato del partner, la vagina che s'immaginava di avere, nonché la penetrazione. Mi si permetta di presentare questo caso un po' più dettagliatamente. Il malato omosessuale di SO anni pensa che la sua perversione sia determinata dal suo carattere sessuale. Si ritiene femminile nell'aspetto; gli è sempre mancata la forza fisica necessaria per il duro lavoro contadino in cui è cresciuto. Fin dall'infanzia si è cercato un lavoro femminile: · accanto alla madre cuciva, lo occupavano i begli ornamenti (anche la sua carriera sembra rispecchiarlo) e soffriva per il comportamento aggressivo dei membri maschi della famiglia, 83

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