Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

pia ci viene alla mente. Quella di cui Finzi aveva sottolineato l'importanza in un caso di perversione: la madre e la matrigna. Binomio ritrovato nel Leonardo di Freud. Quando insorge la fobia di Hans? Quando la teoria dell'animato e dell'inanimato lo porta troppo oltre? O quando nasce la sorella a far da pietra di paragone? O piuttosto quando nasce . la sorella a far due con la madre? Ecco una nuova valenza delle due gemelline nel caso del segreto « mostrato » di un abito da sposa. Le donne con cui ha a che fare un bambino sono sempre due. La madre e la sorella, o, in mancanza, anche se le sorelle come dicevamo nel seminario sulla relazione madre-figlio, ci sono sempre anche quando non ci sono, la madre e la matrigna, anche questa vera o ipotizzata che sia, o la madre e la sorella della madre: rivelazione del fatto che per lui l'accesso alla sessualità si divide, e che è sempre mentre per una donna si sospende il godimento, che per l'altra può incominciare. In questa disgiunzione la sessualità dell'uomo diviene una costruzione formata da blocchi di diverse donne, o meglio, se ricordiamo il caso di M., il fobico che si fa perverso in coppia con la madre fobica, una costruzione formata dai blocchi psichici di diverse donne. Allora un nuovo rovesciamento si fa strada. A spiegare lo strano rapporto che la vita ha con la psicoanalisi, di cui è un indizio lo stesso riflettersi dell'apparato psichico nello spazio esterno: la formazione dell'essere uomo non passa attraverso la genitalità ma attraverso le figure della clinica. Una formazione nella quale all'origine il bambino non c'è, e ne riparleremo magari domani, se non come suo bambino, come prodotto della propria fantasia. Il « bambino che pensa » forgia l'immagine del bambino che può anche, come le gemelline, concretizzarsi nella realtà. E se il bambino ipotizzato nasce davvero, tale 23

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