Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

di un'esperienm che necessita dualità o pluralità. Ellis 24 sostenne che il solletico potesse essersi sviluppato come metodo di protezione contro gli attaiochi dall'esterno; è implic ito in ,questa concezione che se l'organismo potesse solleticarsi da solo, perderebbe un mezzo prezioso di difesa contro l'attacco o l'avvicinarsi dell'estsaneo perché potrebbe rispondere continuamente al contatto con se stesso. Egli riferisce anche l'opinione di Stanley che sostenne che il solletico rappresenterebbe il residuo di una esperienza tentacolare ancestrale perduta da molto tempo. Che la parte solleticata non debba essere una parte del corpo solitamente toccata implica un commento più complesso anche perché « sub » è nel nome stesso del solletico e questo non solo è piacevole ma èJ anche provocato prevalentemente in zone non abitualmente toccate. Mintz 25 sostiene che, da run punto di vista neurofisiologiico, il solletico potrebbe esseve ottenuto da , tutte le zone del corpo, mentre appunto esso è più facilmente procurato in zone particolari. Ellis 26 ha suggerito che la speciale recettività delle piante dei piedi, dei ginocchi e dei lati abbia per suo scopo l'eccitazione e la preservazione del movimento ,muscolare necessario per tenere il feto nella posizione più favorevole nel grembo. Sotto l'effetto del solletico il corpo anche nell'adulto assumerebbe del resto ,spesso ll!Ila posizione di tipo fetale. A noi sembra che si potrebbe pensare che il problema della separazione si ponga anche in modo diverso a seconda delle superfici corporee che si considerano. Una differenza ad esempio tra superfici flessorie ed estensorie è rappresentata dal fatto che le prime possono proteggersi, flettendosi e chiudendosi (v. in particolar modo le ascelle) e proprio perché possono proteggersi sono meno abituate al rapporto coll'esterno di quanto lo siano le seconde. 11 problema della separazione esterno-interno potrebbe così porsi particolarmente a livello di oorte su197

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