Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

studenti di tutte queste materie di studio. Gli effetti fecondi del pensiero psicoanalitico su queste altre discipline contribuirebbero certo moltissimo alla costituzione di un più stretto legarne, nel senso di una universitas literarum tra la scienza medica e le materie appartenenti alla sfera della filosofia e delle arti». Non sembra, purtroppo, che « la scienza medica» abbia evoluto nel senso auspicato da Freud. Quanto alla filosofia - ove si eccettuino l'area culturale della Scuola di Francoforte e quella dell'esistenzialismo francese post-bellico - la recezione del 'campo di pensiero psicoanalitico ha avuto effetti, semmai, indiretti, anche se di grande rilievo, se è vero - come opina chi vi parla - che la psicoanalisi abbia largamente contribuito alla erosione delle facili certezze di quella che si è oggi soliti chiamare, quasi a misurarne le distanze, « la ragione classica». Diversamente sono andate le cose per l'arte; e in particolare per la letteratura. Quanto scrissero nel messaggio inaugurale per 1'80° compleanno di Freud, nel 1936, Thornas Mann e Stefan Zweig - un messaggio che reca, tra i primissimi firmatari i nomi di scrittori come Rornain Rolland, Jules Rornains, H. G. Wells e Virginia Woolf -- non è solo una testimonianza di stima e di ammirazione, ma corrisponde alla realtà di un influsso operante nella letteratura occidentale almeno a partire dagli anni venti: « Noi tutti ... non potremmo neppure immaginare il nostro mondo spirituale senza la coraggiosa opera che Freud ha svolto nell'arco della sua esistenza». I riferimenti e gli studi dedicati da Freud a poeti e scrittori sono troppo noti perché vi si ritorni ancora una volta in questa sede. Meno numerosi forse, meno noti certamente sono gli scritti di Ferenczi che hanno 168

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