Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

m'entrò nel corpo, e credo per la via ond'esce il pan; ché v'era altro loco. . . . . . E le mie gran ragion cantai e scrissi chiedendo solo a Dio perdon, soccorso, ché sentia spegner gli occhi a morte fissi. . . . . . Ave' agli orecchi una tal vera tromba, che 'l tutto mi diceva, ed io a loro, senza pensar, perché il dolor si sgombra. . . . . . Del gran dolore alquanto un po' quietato rendendo volentieri a Dio quest'alma contento a miglior regno e d'altro stato, scender dal Ciel con gloriosa palma un Angel vidi; e poi con lieto volto promise al viver mio più lunga salma dicendo a me: - Per Dio, prima fie tolto ogni avversario tuo con aspra guerra, restando tu filice, lieto e sciolto, in grazia a Quel ch'è Padre in cielo e 'n terra». (Capitolo, I, CXXVIII) Sarebbe inoltre interessante vedere a quali fattori particolari era imputabile il talento di Cellini per il disegno (o meglio per il disegnare e il modellare). Ora, l'accentuazione della libido della mano - un bene in parte ereditario -, non è diretta e non è infallibilmente dimostrabile. L'artista avrebbe dovuto raccontarci molte cose intime sul suo modo di amare, ma Cellini, che pure non era sempre conformista, non ne fece cenno neanche nella sua autobiografia - benché in essa le sue ammissioni siano piuttosto quelle di un estroverso che quelle di un introverso. Ci viene presentata l'universale destrezza di mano di Cellini, la sua violenza e la sua permanente disposizione al litigio, che spesso lo portò a usare senza esitazione la spada e il pugnale. Sappiamo pure che ogni qual volta nel corso del suo lavoro gli capitava di essere innamorato (LVX), sperava di poter 152

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==