Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

accordatomi anche con quest'altri dispiaceri, quando cantavo, quando aravo, e quando scrivevo con quel matton pesto sopraditto; e comincia un capitolo in lode della prigionia, e in esso dicevo tutti quelli accidenti che da quella io aveva aùti » (CXIX). (Il ruolo dei processi corporei locali nell'aumento della libido d'organo, e perciò la nascita del talento, deve essere qui preso in considerazione unitamente al manifestarsi del complesso di castrazione). Tutto ci induce quindi ad affermare che Cellini, nel periodo della sua produzione poetica, era in una condizione di spirito caratterizzata dall'aumento della libido orale (quella della mano, invece, era diminuita), dal complesso di morte (il voler essere amato in quanto morto da vivo) e dal complesso profetico (la convinzione di possedere capacità profetica). Questi fattori non possono ormai più essere rimossi perché erano alimentati da tendenze di desiderio dell'Io; al contrario, si spingono sino alla sublimazione, esprimendosi in forma unitaria, benché il loro appagamento non possa che essere limitato. Nella poesia « Capitolo » questi fattori si presentano in forma diretta. Eccone alcune strofe significative: Questo capitolo scrivo a Luca Martini chiamandolo in esso come qui si sente Né mai da nessuno ti sie parlato, e ti porti il mangiar con trista nuova un soldato, speziai, villan da Prato . . . . . Ti vo' contar una gran maraviglia: venendomi di scrivere un capriccio, che cose in un bisogno un uomo piglia. Allora allor della poesia il fuoco 151

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