Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

della psi:coanalisi, che molte tra 1e ,sue gemme. Non si dedicò unicamente alla pratica psicoanalitica: la sua attività, le sue lezioni, i suoi libri di divulgazione contribuirono alla diffusione di un'atmosfera psicoanalitica nella psichiatria; volle parlare ai medici per fare ampiamente conoscere la nuova tecnica, le nuove concezioni. Al tempo della Repubblica Ungherese dei Consigli, nel 1919, venne istituita presso la facoltà di medicina dell'Università di Budapest la prima cattedra di psicoanalisi del mondo; essa fu voluta dagli studenti più illuminati e progressisti, e Ferenczi ne fu il titolare: Freud stesso volle che la nostra capitale fosse il primo centro scientifico della psicoanalisi. Ferenczi fondò il primo gruppo psicoanalitico ungherese, la « Scuola di Budapest», apprezzata in tutto il mondo. Ne furono membri Mihali e Alice Balint, Lili G. Hajdu, Istvan Holl6s, Zsigmond Pfeifer, Tibor Rajka, Géza Roheim, oltre a Imre Hermann, recentemente scomparso. Di Ferenczi Freud disse giustamente: « Egli riuscì a fare di ogni psicoanalista un suo scolaro». Esaminiamo anzitutto l'apporto di Ferenczi alla psicoterapia. La sua finezza nell'osservazione, l'esattezza nell'espressione, le ipotesi teoriche furono da lui in primo luogo utilizzate per la psicoanalisi; e vorrei sottolineare i suoi suggerimenti teorici (7, 10, 11, 24, 27). La psicoanalisi era sorta sulla base del metodo ipnotico-catartico di Breuer e Freud. Entrambi esploravano i loro pazienti nevrotici in ipnosi, e definirono il loro particolare risultato, il processo di liberazione che emergeva dalle memorie e dagli affetti, metodo catartico, riprendendo la espressione di Aristotele riguardo l'estetica. I disturbi scomparivano quasi interamente: ma non tutti potevano venire ipnotizzati e il periodo della scomparsa dei sintomi non si dimostrava durevole, e così Freud elaborò un nuovo metodo, quello delle libere associazioni. 1:. questa la « regola fondamentale della 135

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