Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

Bianco e di Lacan, si trovano delle indicazioni in merito. È stato già fatto cenno alle ipotesi di Bion che sono attinenti al tema. Matte Bianco, da parte sua, intreccia la logica normale o bivalente con la logica simmetrica. Il risultato è una struttura bilogica complessa e stratificata da mettere in relazione con la considerazione della mente in termini di spazio multidimensionale. Matte Bianco è, senza dubbio, uno degli autori che più insiste sul bisogno di « prendere sul serio il concetto di spazio nello studio dei fenomeni mentali » e che più ha orientato la sua ricerca a un tale scopo 34 • Lacan, a sua volta, inaugura, probabilmente con il Seminario del 1969-70: « L'envers de la psychanalyse », un decennio di lavoro intorno all'algoritmo e alle strutture topologiche. L'introduzione dell'algoritmo e della topologia non. ubbidisce unicamente a una esigenza di formalizzazione, ma è soprattutto un tentativo di annullamento della distanza che esiste tra la struttura, in quanto tale, e la sua rappresentazione 35 • Per concludere, si deve tornare a Freud. Già nel lontano 1912, nel discutere il lavoro di _un allievo, richiamava l'attenzione dei suoi interlocutori di allora, circa il significato che aveva la nozione di spazio per la psicoanalisi, e proponeva alla loro considerazione alcuni fenomeni psicopatologici da rapportare a quella nozione 36 • Il presente scritto potrebbe essere considerato come la premessa metodologica necessaria per una rimeditazione complessiva dei processi mentali, sia normali che psicopatologici, che tenga conto della nozione di spazio nello specifico ambito dell'esperienza psicoanalitica. Sia la menzione della clinica un modo di concludere che ricordi da dove ricominciare. forge Canestri 117

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