Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

riflessione freudiana. Lettura che diventa, quando egli si accinge ad esplorare l'opera di Freud, filologica, attenta e sensibile; ma che si trasforma in riduttiva e forzata quando si tratta delle opere dei successori. Nei saggi di Ferenczi non va messo l'accento sulla certezza né sulla fretta, che sono senza dubbio il lato peggiore, ma sulle perplessità e sulle domande, che sono il meglio dei suoi lavori. Ferenczi era, in quel momento, un analista alle prese con un problema che non aveva risolto lo stesso Freud. Come si deve ragionare sullo sviluppo dell'apparato psichico senza trascurare l'insieme formato da: il carattere ipotetico delle speculazioni sugli stati primitivi dell'apparato, lo sviluppo dell'apparato nei diversi livelli della sua complessità e i meccanismi strutturali che sono in funzione e al centro della esperienza psicoanalitica? I due principi dell'accadere psichico, del 1911, è il primo tentativo di sintesi teorica sul funzionamento del1'apparato psichico, fatto da Freud, dopo i dieci anni trascorsi dalla stesura della Traumdeutung ed è uno scritto condensato, oscuro e problematico. Prelude l'introduzione di concetti essenziali, come il narcisismo, che arriva nel '14, e bisogna aspettare ancora tre anni per avere le precisazioni del Supplemento metapsicologico alla teoria dei sogni. Per di più, il Progetto faceva da sfondo alle riflessioni metapsicologiche, e questo scritto non era stato pubblicato. Questi fatti aiutano a capire le riduzioni e le semplificazioni in cui può essere incorso Ferenczi. Ma se da una parte è riduttivo e schematico lo schiacciamento delle complessità strutturali dell'apparato su un'improbabile e mistificatrice idea evolutiva, dall'altra forse non· è meno riduttivo l'annullamento totale del concetto di sviluppo. Lacan, che - come è stato detto prima - è un lettore attento di Freud, non trascura, nel suo Séminaire I, le difficoltà di ideazione e di traduzione che 110

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