Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

evolutive del senso di realtà. Si deve tener conto, per giudicare il suo lavoro, del fatto che è un lavoro datato. Datato in quanto il primo testo è del 1913, e in esso Ferenczi è alle prese con l'articolo di Freud del 1911 sui due principi dell'accadere psichico; ma anche perché le teorie sul linguaggio a cui fa riferimento, implicitamente o esplicitamente, in questo saggio e in quello del 1926 risentono del passo degli anni e del progresso della linguistica. Ciò nonostante, le questioni che solleva e le domande che ,rivolge (in primo luogo a se stesso), conservano a tutt'oggi sia la loro attualità che il loro potere d'interrogazione del sapere psicoanalitico. Ferenczi (si) domanda: come sono gli stadi di transizione?; come si compie l'evoluzione dei due principi dell'accadere psichico? il passaggio dalla forma di attività psichica primaria a quella di attività psichica secondaria, è graduale o è un insensibile trapasso?; come si comincia a tener conto (rechnen) della realtà?; che rapporto c'è tra tener conto (rechnen) e calcolare (rechnen), tra queste due matematiche? Lacan si occupa, nel suo Seminario sui due narcisismi, dell'articolo del 1913 di Ferenczi, e non gli lesina critiche molto dure, e in qualche misura giustificate. Si può rimproverare a Ferenczi di prendere troppo alla lettera i miti freudiani; di farsi portavoce di una ipotesi su una fase magica, primitiva o pre-logica che non ha alcun senso; di promuovere con forza un punto di vista evolutivo che poco rapporto ha con il concetto biologico dell'evoluzione, e ancora meno con la esperienza analitica; di forzare con la fretta e il bisogno di certezze dell'allievo le ambiguità e le sinuosità del percorso di pensiero del maestro. Tuttavia, anche in questa occasione si deve tener conto del problema della « lettura». Lettura che Lacan ha nobilitato, ed elevato alla condizione di metodo princeps per avere accesso alla 109

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