Il piccolo Hans - anno XI - n. 43/44 - lug./dic. 1984

compreso il valore simbolico dello spazio), condividono l'ipotesi di uno stato iniziale speculativo, dove la dotazione che l'infans porta con sé fin dalla nascita svolge il ruolo del primo attore. Si possono registrare, certamente, differenze nella natura degli strumenti teorici importati che servono a questi due autori per tracciare i rispettivi percorsi concettuali, così come è semplice riconoscere il maggiore risalto che la nozione di apparato psichico ha nel lavoro di Freud. Ciò non elimina l'analogia basica delle due impostazioni: tutti e due, Freud e Lacan, imparentano la produzione delle idee astratte sullo spazio con la natura specifica dello stesso apparato psichico. Nel divenire, la formazione del campo dell'Io e degli oggetti consolida il narcisismo e delimita le frontiere dell'immaginario dell'uomo. La teorizzazione e la esperienza kleiniana trovano qui il loro posto. Ed è questo l'ambito da selezionare per inserire con profitto le indicazioni sul tema che provengono da altre discipline, quali l'etologia, la psicologia genetica e la psicologia dello spazio; ma in questa occasione si può solo accennare alla esistenza di tali indicazioni. La scuola di Budapest, Imre Hermann in testa, ha raccolto l'eredità lasciata da S. Ferenczi, analista che si preoccupò, fin dal lontano 1913, del tema dello spazio. Il contributo di Ferenczi in proposito si dispiega su due piani. Nel primo, egli studia l'universo circolare narcisistico, nel quale predomina lo scambio introiettivo-proiettivo. Il mondo esterno, dice l'autore, avrà le qualità che il bambino :riconosce in se ,stesso, ogni oggetto del mondo sarà un luogo di ritrovo dei propri organi, l'analogia più vaga con una esperienza gradita attirerà l'attenzione su un processo esterno, e il corpo umano e il mondo degli oggetti allacceranno, stabilmente, un'intima relazione, che Ferenczi definisce simbolica, di quel simbolismo che è il contributo dell'im107

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