Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

l'infomzia, nclla quale ,aveva ricalcato con una penna i contorni del1a sua figura» (p. 584). 9 Sul tema della ' be1lezza ', ciìr. l'interpretazione analitica di Lemoine-Luccioni E., Il taglio femminile, Ediz. delle donne, Roma 1'}77, pp. 125 e sgg. e Oacciari M., « Strane e meravigliose vicende», ·in Dallo Steinhof, Adelphi, Mi:lano 1980. In questo saggio Caociari parla della bel:lezza in riferimento a,J complesso rapporto, descritto da Robert Musil ne L'uomo senza qualità, tra Ulrkh e Agathe, liquidando forse t:mppo frettolosamente l'interpretazione della Lemoine: « alle facili diakttkhe dell'anaIista nu11a è più refrattario dal Regno Musiliaino». Ma la sua affermazione « Nel ,rapporto con 11a sorel1a, rn.rich perviene alla piena as,senza di possesso; egli si libera della categoria del possesso» sta a :signilficare che 11 desiderio,, privato della realtà de[ corpo, non si soddisfa ma permane in « un Eros aureo, immortale». È U!Il desi.derfo che non si itr,asforma nel possesso dell'oggetto inseguito, che non si estingue nell'appropriazione de1l'ailtro da sé, e che quindi si garantisce J,a sua eterna sopravvivenza. E Ia bellezza è essa stessa il diaframma che sepa11a dall'oggetto. Ui lrioh non arriverà al posses1so di Agathe perché · r1oerc,a con lei un'unità ideale, originaria. In questo senso, ci :sembra interiessante l'ana11si del!1a Lemoine quando sottolinea come la re1azione f.raterna incestuosa si giochi necessariamente .su11',aistinenza, non in quanto assenza di desiderio ma in quanto rifiuto a cedervi, perché si tratta di una relazione basata sull'inganno di poter rrtirovare un germe comune. Questo aspetto verrà, comunque,, approfondito :nel pairagmfo: Ulrich e Agathe: l'l doppio Narciso. 10 Rilke R,M., Elegie Duinesi, Einaudi, Torino 1978,. Seconda B1egia. 1 1 Rilke R.M., op. cit.,. vv. 15-18. 12 Rilke R,M., op. cit., vv. 24-25. 13 A .sostegno della •lettura di un possibile rapporto narcisi.stico tra i due fratelHi, interessante e originale è la versione del mito di Narciso rJpo11tata da Pausania .secondo fa quale Nar,ciso aveva Ullla ,sorelLa ,geme1la identtoa a 1 lui nella forma del volto, nei capelli e nel modo di vestire. Dopo la sua morte, il fanciullo disperato scambiò Ia propria immagine riflessa con quella di lei e morì nel tentativo di riunirsi alla sorella: « sororem ei geminam fu: isse quum oris specie omni ex parte similem, tum vero coma et vestitu nihil differenti; solitos simul venari; a puero sororem amaitam; ea quum forte diem suum obi�set, ventitare iUum ad fontem solitum, in quo quum suam intueretur umbram ac ,suam omnino -esse non ignoraret, ob similiitudinem tamen quae inter :iips-os foeriat tamquam si non suam,. sed ,sororis imaginem prae oculis haberet, desiderii ex eo ,sui ,solaiti'IHU aliquod ,capere ,oonsuesse », scrive Pausania in 54

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