Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

Narciso e il gioco del rispecchiamento. L'immagine riflessa tra identità e differenza Narciso e l'immagine « O mio bene sovrano, car,a forma / del mio corpo, tu sola m'apparrieni. / Non può che amair ,se stesso / Nardso, il più leggiadro tria d. mortali» 1 • 1Lo specchio dell'acqua rimanda a Narciso la sua immagine e gli offre la possibilità di poss·edersi. Narciso crede di ri�conoscere ,in quell'immagine se :stesso: in realr tà non si vede ma si confonde con essa. Lo specchio diventa opaco e minaicòa di farlo cadere nel1a vertigine di un'illusione mortale. Nel tentativo dj afferrare il suo ,riflesso, Narciso perde se stesso, precipi1la nella profondità senza fondo dell'imma:gine. I suoi occhi tradiscono '1a cecità di chi vuole leggere nell'Hlusione. Nariciso non ha confini e si lascia delimitare dallo specchio dell'acqua: è l'immagine a dargli identità e non il suo io a porre l'immagine. Qui non è data 1a possibilità di ri�oonoscersi , perché manca la conosoenza di sé. Nan:iso, infatti, dialoga con Eco. La ·sua voce non si fa linguaggio ma rimane vuoto lamento. Il ,suo sguardo fissa rimmagine senza essere in grado di utilizzarla. Le parole non trovano risposta ma gli vengono- restituite inalterate, in una estenuante ripetizione, da chi non sarà 37

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==