Il piccolo Hans - anno XI - n. 42 - apr./giu. 1984

più ,deboli di ,quanto dovrebbero fondare, mentre dav·anti all'ar:riesto delle ragioni nell'appagamento «dovremmo vedere questo fatto come un ' fenomeno oriiginario ' » (RF 219). L'1adozio ne del concetto goethiano di Urphéinomen non dev , e f.ar dimenticare che già in Goethe esso indicava il limite ,del problematizzare, l'immagine essoterica dell'insondabile (Unerforschliche) che è galvanizzato dai saperi occulti ma può dirsi, in crealtà, enigma solo in quanto impenetrabilità della superficie. Nel fenomeno originario, scrive infatti Goethe, «tutto è più ,semplice di quanto si possa pensare e in pari tempo più complicato di quanto si possa comprendere » 16 • Piena evidenza può offrirsi in esso solo come perfetta inaocessibilità: nella dialettica radicale di Goethe in cui gli estremi coesistono come differenza non pacificabile. Costantemente esposta alle insidie ideologiche, l'apprensione dell'insondabile si affida al difficile ,equilibrio di un'indifferenza creatrice che non aspira né a colti'V'arne una torbida familiarità, né a segregarlo razionalisticamrente. Nella compiuta teoresi del limite (péras) che si propone di · «venerare serenamente l'insondabile», l'empiria ,si fa «delicata», cioè · S'i tinge delle ombre e delle sfrangiature che la nostra stessa memoria, la nostra ,stessa visione ha deposto su talune ,evidenze. La zarte Empirie non indica la purezza di una fattualità sottratta alle ipoteche teoriche, ma il - darsi di un limite che blocca l'anatheorismos e impedisce di I'isalire lungo la catena delle ragioni. Non di uno sguardo in-genuo si tratta, di uno sguardo che etimologicamente nasce libero, ma dello sguardo autenticamente teorko, che vede e riconosce di non poter comprender:e - la cui visione è al contempo rinuncia, distaoco dalla profondità. Ingenuo è semmai l'escamotage con oui sovente ci si sottme a tale neoessità, nel delirio di profondità che va in cerca di un fondamento più rassicurante. « La cosa più ·alta - recita un passo di Goethe 19

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