nezza protratta nella ,ricerca di una risposta erotica impossibile pe1,1ché troppo esigente (1850-1860) e assegna giustamente ampio spazio (84 lettere ,sulle 106 presentate) a queH'età non più misurabile secondo i codici d'epoca, ma sottratta, nell'i-so1amento, alle intemperie del1a condizione femminile, e come folgorata in un eterno presente dal quotidiano esercizio della poesia. Negli anni (dopo il 1862) in cui il suo territorio biologico si :restringe f.in quasi a coincidere con il traociato della penna (sappiamo che dissemina parole dovunque le capita, vecchie busre, conti, carte , strappate) Emily affronta i pericoli di una nuova nascita. È questo forse, questa volontaria assunzione di una duplice identità (la donna bi:ancovestita travestimento del poeta) che muta l'epistolario in recita:zJiOIIle. Nelle Lettere vi ,sono riferimenti precisi alla teatralità: (< Danzatrice, palco e ,ritmo in disparte e io un fantasma che recita la storia... 'Proprio come a teatro '» (n. 15), o «Le luci della ribalta non riescono a rendere più bella la tomba solo l'immortalità» (n. 76). Compaiono citazioni ,dirette (n. 37, n. 96, n. 102) o indirette (n. 32) da Shakespeare; si percepisce a volte una sorta di gioco, -di prova nell'uso del linguaggio shakespeariano, in particolare dell'imagery barocca del discorso amoroso, del ruolo di run «io» che, nel suo soliloquio, provoca un «tu» in di·sparte: «Se ·sulle guance avessi la barba come te - e tu avessi i petali della tua Margherita -... che ne sarebbe di te?... potrei giocare nei boschi fino a sera - fino a quando tu mi porterai dove il Tramonto non riuscirà a trovarci -» (n. 21), e, ancora: «Questa sera mi sento di perdere la mia Guancia nella tua Mano - Accetterai lo spreco - Ammassa subito tesori - è l'Anodino migliore contro la tarma, la ruggine e il ladro che la Bibbia - che la sapeva lunga sulla tecnica bancaria - sospettava sarebbe penetrato a rubare» (n. 94). I temi shakespeariani del furto, del 187
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