Dunque anch'io, benché grande e grossa come un armadio, .svolazzo cOine un'ape o una fiarlaHa portando a un albero il polline di un altro. Questo è il mio strambo lavoro: e quakhe volta, carne si vede, l'impollinazione mi [',iesce. I contadini hanno con gli anima:li un rapporto molto curioso: li ammazzano, li sevizi , a,no, ma li considerano pari :a sé. Uno studente di a;richitettura, che si era occupato di un piano per un migliore utilizzo delle risorse agrko1e della Calabria, mi raiocontò di aver vi, sto un contadino oalabrese buttar via le bucce di arancia. Gli domandò periché non le desse da mangiare alla vacca, e si sentì rispondere: « Non ,si può darle alle vacche: gli piacciono tanto, ne mangiano in quantità, ingrassano; ma poi, quando le buoce fini , scono, le vaoche pensano che siano finite per sempre. Non capiscono che ce ne saranno ancora l'anno venturo, e così diventano malinconiche e dimagriscono». Io àscolto queste storie, e ne resto incantata. Come la storia dei medi che, se gli si ruba un piocolo dal nido e lo si tiene in gabbia, vanno a cercarlo e gli portano -l'erba velenosa: perché pensano che la morte è meglio della ,schiavitù. Ma queste sono storie che non ra1oconto in giro: me le ripenso tra me. Quakhe volta, ment.De gli ah:rii parlano, mi si sbriglia la fantasia. A una lezione di ecologia che tenemmo agli studenti dell'univerisHà di Siena, Enzo Tiezzi rilevò che quel traduttore che aveva sbagliato la tmduzione della parola « growth», facendo dricolare come Limiti dello sviluppo un libro intitolato in realtà Limiti della crescita, aveva combinato un bel guaio: da allora tutte le discussioni, invece di veritere sui limiti della crescita, si erano svolte sui limi. ti dello sviluppo. Ment.De lui continuava a parlare io, pur ascoltandolo, mi misi a fantasticare sui motivi che aveviano potuto indurre il traduttore in quel disgraziato ,sbaglio, e avevano nascosto il suo erirore agli oochi di tutti. Pensai alla differenza, in 157
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