Il piccolo Hans - anno IV - n. 14 - aprile-giugno 1977

L'odio del discorso Devo raccontare quello che è accaduto di un mio di­ scorso, perché il ragionamento è partito di lì: un momen� to, alcuni fatti da mettere in diario, se valesse la pena di tenerne ·uno. Le ragioni che ho da dire possono remunera­ re - così mi sembra, forse perché sono alcune mie ragioni - il racconto della circostanza in cui ho comin­ ciato a pensarle. Il passato dei modi e della circostanza, la ripetizione con cui adesso li produco ,saranno un accer­ tamento e una forma del predicato: sono nuove le ragio­ ni che si scrivono. Qui sta la remunerazione: ammessa appena dall'ordine del discorso, forse dalla congettura di una sua appropriazione sociale. Remunerazione conget­ turabile, del genere delle procedure e dell'abitudinario, prendere o lasciare, e pe11ciò scrivo. Intanto, solo perohé dico che « è accaduto», non de­ vo per forza raccontare qualcosa di sinistro: a dispetto di quello che si figurava il Tommaseo, il quale, anche quando aveva l'impressione che accadere fosse indifferen­ te - e lo è quasi sempre, per quello che va per,duto, quasi tutto-, la intendeva comunque « più in male che in bene» e si premuniva. E dico: « è accaduto di un mio discorso», non a un mio discorso, perché ciò che raccon­ to è proprio quel mio discorso, accadeva nel deciderne, nel giocarne - non sarà forse possibile sapere da quali mani- la natura, il significato, la sorte. Invece ho det­ to che il mio ragionamento è partito di lì come ho am- 44

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