Pensiero e Volontà - anno III - n. 1 - 16 gennaio 1926

PENSIERO E VOLONTA'. che nella collisione dei diritti. in caso di ne– cessità,. Soggiungeremo poi- oh.e la citata de– finizione conviene più tosto alla padr~nanza . fra u'.omo e uomo, come si p,uò dedurre dalle · cose .dette IPÒCO fa sulla definiziion-e già -riget– ta ta della. libertà presa oome <;liritto generale. Opposta alfa libertà si è la liçe1;1za,o a dir .. meglio l'abuso del potere umano. Quello che chiamasi diritto del più forte oade in questo concetto. Il diritto del più forte è un assurdo morale ed una -contraddizione in termini. L'idea di diritto importa- u~a cÒnJformità .al– l'ordfo.e morale di ragione. ·Questa confor– mità come fu già detto, forma la giustizia dell'atto, e quindi 1~ legittimità della funzione che awellasi .diritto. Per lo conti-ariq in quel– lo che appel1asi di.ritto del più Jorte entrano tanto- gli atti giusti quanto gli -ingiusti; ivi si ,prescinde da qualunque norma, da ·qualunque legge, da qualunque ordìne mod-eratore_. Ri– lPugoo adunque all'eser~izio arbitrario della forza il predicato di diritto, il quale essen– zialmente include -una forza regolata ed e– sclude,_ per necessità di concetto, una forza sregolata. Il diritto dunque del più forte è un assurdo morale ed una contradizi<:me in ter– mm1. . Noi abbiamo .fino a qui contemplata la li– bertà come un ca-r.attere upiversale necessa– rio del diritto naturale, IJ;1Ja se r:icerchiamo come possa essere effettuato in atto pratico, . sì ri51Petto alla natura che rispetto agli altri uon;i.ini, noi ~iiamo costretti a .richiamare al pensiero oiò che a,bbiamo già! detto• dal para-· • grafo settimo fino al decimoquinto inclusivo. Noi veggiamo di fatto che• rendendo l'uomo illuminato ,di men~e, temperato di cuore, po– tente di mano, noi fondi.a.mo · ed affiiPliamo· il regno d~l'Ia vera libertà· conforme ail'ordine . morale di ragione. Con questi tre mezzi di fatti si rimovono, d21 canto delle cose e degli uomini·, potentissimi ostac-oli al, i;>ieno. eser-. cizio delle 'funzioni utili• delle quali è capace . l'umanità. Tùtto ciò che fu ··detto su l'impe– ro naturale dell'uomo e sulla maniera di ef– fettuarlo, si a:piplica di necessità alla maniera di effettuare_ praticamente la libertà ·1egittìma umana. Con queste vedute si rileggano :i cit,ati parag.rafi e si troverà una luminosa qi– mostrazione di ciò che qui affermiamo. La fa,coltà di bruteggiare e ·-di delinquere non entra nella nozione, della legìtt1ma. libertà. L'impotenza a far male forma anzi i1 trionfo <iella ·legale libertà~ specialmente fi-à. uomo e uomo. L'amore della libertà si può dire ingenito not;1.solò all'uomo, ma 4d ogni animale. Il -cel~br-eCuvier, tanto versato ·e :pirofon,do nel- la storia naturale degli animali, osservò che ' l'amore .·della libertà è così prepotente ·che ogni animale selvaggio, !Privo delfa mede– sima, non si presta al prepotente bisogno del- la ri,produzione -della. .specie. Abbiamo dunque dalla natura non ·solo la· legge ante-cedente di ragione, m·a -eziandio la serie dei mezzi ,e l'-effeftiiv0. disposizione mo– rale per J'.effezione del diritto di libertà. Così tutta l:a viista del soggetto rimane_ com- piuta. I • • (~820) GIAN DOMENICO ROiMAGNOSI (176r-r835_). (,cc Assunto primo· della scienza <!,_el dirit'to naturale » .di G. D. Romagnosi. ·- Edit. Vin– cenzo Ferrario, Milano, 1820. - · Cap. XIX, pag. ro3-r98). .Frammenti Filosofici di Leonardo da Vine.i XXXVILT. - · Tl to_,Pd, ba donnCJla ed il gatto. 1 ;Stando, il topo assediato in · una- piccola sua. abitazione dalla donnola, ·1a quale con continua ·'V'igilanzfa. attendea alla sua disfa– •zione (r), :e, per uno !Piccolo spiraculo, ri– gn.llr-èrava il suo gran periculo. · In frattanto vP-riue la gatta, e subito prese ess::i donnola, e immediate· l'ehbe <livornta. Allora il ratto, tf"atto sacrificio a Gicwe d'al– quante RUe nocciole, ringraziò. somm~mente ia suR <leità; e uscito 1fuori -del1a sua buca a · possedere·_ la già [)ersa libertà, de la quale subito,· insieme con ]a vita, f11. ,dalle. feroci unghia e denti della gatta, 1 privMo. . - . . XLI. -·- ValorP- della autorita: Chi disputa al'legando l'autorità, non ado._. prn lo i1i.g;egno, m~ 1pfottosto la. memoria. LXXII -·. C~ntro La. m,P,tmfisicn,. Fuggi i precetti, di ·quelli speculatori. che le loro ragioni non ·son conferm~te d'.alla ispe– nenz.a. LXXX. -, La -/iwa.lUàdelle ~o.;e 'frq,scende la mf'n(e · um.ana. . O ~pernlatore delle cose; - non ti. 'a11.dare di conosoere le cose, che ordinariamente, 1Per ( r) Distruzione, morte. ·

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