Pensiero e Volontà - anno II - n. 12 - 1 ottobre 1925

266 PENSIERO E VOLONTA' · I . . . I • pel'ciò sono rivoluzional'io che nelle condi– zioni attuali solo una piccola minoranza.· fa– vo1·i ta da, cÌl'costanze speciali possa arrivare a concepire l'anarchia, e che sarebbe una chi– mera lo sperare ·nella conversione generare se prima non si cambia l'ambiente · nel quale ' ' prosperano l'autorità ed il privilegio. Ed ap- punto per qu~sto credo che bisogna, appen~ è possibile, cioè appena si sia conquistata la libertà sufficiente e vi sia in un dato luogo , un nucleo di anarchici abbastanza forte ,per nt:.'.rnero e capacità da bastare a sè stesso ed irradiare intorno a sè la propria influenza, bisogna, dico, organizzarsi per applicare l'a– narchia o quel tanto di anarchia che diventa mano a mano possibile. Poichè non si può cpnvertire la gente tutta in una volta e non si può isolarsi per neces– sità cli vita e per, l'int~resse della propaganda bisogna cercare il modo di realizza.re quanto più di anarchia è possibile in mezzo a· gente ehe non è unM·ohica o lo · è in gradi diversi. Il problema dunque. non è se bisogna o no procedere gradualmente, ma quello di cercare - quale è la via che più rapidamente e piii sin– ceramente conduce all'attuazione dei nostri id,~ali. -)(• * * Oggi in tutti. i paesi del mondo la via è preclusa dai privilegi conquis'tati, attraverso una ]unga storia di violenze e 1 di enori, da. certe classj, che oltre la supremazia intellet– tuale e tecnica che deriva loro da quei privi– legi, dispongono per difendere la loro posi– zione della forza bruta assoldata nelle classi soggette , e ne usano, quando occorre, senza scrupoli e senza limite. Perciò. è necessaria una rivoluzione, la qu·ale distrugga lo stato di violenza nel quale ogg~ si vive e renda,poS– sibile la pacifica evoluzione verso sempre mag giare libertà, maggiore giustizia, maggiore solidarietà Quale dovrebbe essere la tattica degli anar– chici pnma, durante e dopo la rivdlùzion~ 1 Quello che sarebbe necess'-"rio fare prima . , de1la rivoluzione per prepararla ed attuarla 'la censura for-se noi:i lo lascerebbe .. dire; ed in ogni modo è sempre un argomento che si trat– ta male in presenza del nemico. Ci sarà però lecjto il dlire che· bisogn·a restare sempre se f;ltessi,, pr-0pagare ed educ·are il più possibile, fuggfre ogni transazione col nemico e tenersi pronti,, almeno spiritual.mente, per afferrare· tutte le occasioni che si possono pr~sentare. * * * Durante la rivoluzione 1 Incominciamo col dire che la rivoluzione uon la possiamo fare noi soli; e non sarebbe, a pa,rte la questione della forza materia.le , nemmeno desiderabile il farla da s6li; perchò se no_n si mettono in movimento tutte le forz5 spirituali del paese e con esse tutti gl'inte– resssi e tutte le aspirazioni palesi o latenti '"che stanno nel popolo, la rivoluzione sarebbe un aborto. E nel caso, poco probabile, che vin– cessimo da soli, ci troveremmo nell'assurda posizione o d~ imporsi, comandare, costringe– re gli altri e quindi cessare <li essere anar– chici ed uccidere la rivoluzione stessa col no· stro autoritarismo, oppure di « fare per vil– tade i-1 g~an rifiuto », cioè ritrarci indietro e lasciare che altri profitti dell''opera nostra per scopi opposti · ai nostri. Bisognerebbe dungue agire di conserva con tutte le forze p,rogresssi ve esistenti-, con tutti i partiti &avanguardia ed attirare nel movi– mento, sommuovere, interessare le grandi masse, lasciando che la rivoluzione, delia quale noi saremmo un fattore fra gli altri, produca quello che può produrre. Ma non per questo dovremmo rinunz.iare al nostro scopo specifico: al èontrario do– vremmo tenerci ben uniti tra noi e ben di– stinti dagli altri per combattere in favore del ' nostro programma: abolizione del potere pc;>li- b.co ed espropriazion~ ctei capitalisti. E se, non ostante i nostri sforzi, riuscissero a ·costJ.tuirsi nuovi poteri che ·vogliano ostacolare l'inizia– tiva popolare ed imporre il loro volere noi ' dovremmo non parteciparvi, non riconoscerli mai, cercare che il popolo rifiuti loro i mezzi per governare, cioè i sòldati e le contribuzio– ni, fa,re in modo ch'essi restino deboli... fino al giorno in cui si potrà abbatterli del tutto. In tutti i casi reclam·are ed esigere, magari colla forza, la· nostra piena autonomia ed 11 dli.ritto ed i mezzi per organizzarci a modo no– stro èd esp·erimentare i metodi nostri. ' * * * E dopo· 1a rivoluzione, cioè d'opo la caduta del potere esistente ed il trionfo · definitivo delle forze insorte 7 Qui. entra veramente m campo il gradua.. lismo. Bisogna stuid~are tutti i problemi pratici della vita: p,roduzione, scambio, mezzi di I co-· municazione, relazioni fra gli aggruppamenti anarchici e quelli che vivono sotto un'autori-

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