Pensiero e Volontà - anno II - n. 12 - 1 ottobre 1925

PENSIERO E VOLONTA' 279 5viluppo del progresso nel rlondo (Per ben apprezzare questo scrittogio'Vaniledi Eliseo Reclus-si legganel numeropassalo t'articolo che ad esso dedica luigi Fabbri) A me stesso! • Pour se don– ner, il fant s'appartenir •. lt851, a llfontciuba11) I. Nei secoli ù;una volta, i popoli non combat– tevano che per le loro passioni e i loro interes– si immediati. Senza rimorsi, ed anche ralle– grandosene, solo per sodisfare la loro ambizio– ne od avidità, essi sterminavano intere nazio– ni e si trascinavan dietro moltituèiini di schia– vi. Senz'alcun vincolo di solidanetà tra loro . ' gli uomini rapivano il loro egoistico benessere a danno del benessere dei vicim ; e il mondo, abbandonato al caso, era preda ora del più forte ed ora del più abile. Eppure, fin d'al principio dlell'umanità vi sono state delle anime nobili che si sono leva– te, malcontente della realtà e sognanti un rp.i– gliore avvenire. Alcuni, come il vecchio pa– triarca Abramo, la001avano il proprio paese e i parenti per vivere a parte, lungi dall'egoi– smo generale; ~ltri, venuti pii1 tardi, procla– mavano a gran voce che la verità non era an– co1·a d,iscesa sulla terra, e che bisognava ubbi– dire a leggi più giuste e più umane. Ma ciò ee– citava contro di loro tutte le passioni malva– ge; essi non raccoglievano che indifferenza v collera, e se non :finivano nell'abband!ono mo- . ' nvano sul patibolo, torturati dalle grida dt giubilo della plebaglia. Talvolta. qualcuno di loro riusciva a trascinare. éÙe.tro sè la folla e a vivificare con la sua altri milioni di volon– tà.; ma doveva duramente combattere, per sol– levare con la potente leva del suo genio lc1, massa pesante dell'umanità. Oggi gli uomini che sperano nell'avvenire possono contarsi di fronte ai sostenitori del passato; di giorno in giorno il loro numero aumenta, la loro velocità si accelera come quella di un masso ohe precipita con· moto sempre più tulmineo. La lotta ha preso pro– porzioni colossali, classi dopo classi, popoli dopo popoli sono afferrati nel suo gigantesco ingranaggio; schiavi e barban, già passivi uomini <la fatica, sono stati sollevati dalle sue immense braccia, ~ combattono per ciò che pri– ma ignoravano, per una idiea. Un tempo i conqu.istatori sollevavano le nazioni in nome della propria potenza, in nome della gloria o di interessi particolari; oggi i popoli si leva– no, non per un uomo,, perchè gli uomini si in– gannano, non per la gloria, percl}.è questa è falsa senza la libertà, non per il loro solo inte– resse ma per l'interesse di tutti. Altre volte l'idea spingeva dinanzi a se 1 barbari a loro insaputa. I Goti che distrusse– r~ l'Impero Romano, non avevano voluto che cambiare le loro nordiche nebbie coi paesi 'do– rati del Mezzodì. Saccheggiare i templi pieni d'oro e di gioie, sostitu1re il loro grossolano nutrimento con i cibi dlelicati raccolti in tutte le parti del mondo, godere delle rornan'e vo– luttà, sodjsfare il loro desiderio di sangue e di massacri, ciò costituiva tutta la loro ambizio– ne. l\-I'a.rciavano come ciechi verso l' avvenirs, ed è appena se qua-lcuno di loro sentiva la ma– no fatale dri Dio spingerlo verso il sud ed· una voce interiore gridargli: Va, va I Invece quando i nostri fratelli discendevano trionfanti dalle barricate e marciavano sulle •ruilleries già vuote del loro Re, gridando : Vi– va la Repubblica!, essi conoscevano il proprio scopo, i 101:0 pe.nsieri erano all'aftezza del loro grido, e nei loro cuori come sulle loro bandiere s'iscrivevano fieramente le parole di libertà e di fratellanza. I Tutti gli uomini del _passato si chiudono in un ripugnante egòismo; muniscono di cannoni la loro torre di Babele, svegliano nella loro tomba tutti gli spettri ringhiosi che l'aurora aveva fatto svanire. Invano! i loro cannoni non po~sono trafiggere l'idea che è jn noi, i 10'<– ro spettri notturni non possono · sostenere il bagliore del nostro sole, i 1 loro passato non può vincere il nostro avvenfre. Essi saranno vinti, lo giuro. Del resto le defe– zioni sono numerose in mezzo a loro, pèrchè è difficile combattere quando si ha il sole e la

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