Pensiero e Volontà - anno II - n. 12 - 1 ottobre 1925

278 PENSIERO E VOLONTA' · calma, e com1wcnsiYa. · E se la prima ha dato, nel riflesso morale, la tendenza, viva in noi solo per atavismo, alla violenza e all'auton– tà, è nel la secondEL che si matura, medianto:1 il suo passa,ggio sempre pit1 sicuro dalle sfere del pensiero in quelle della eoscienza, e quin~ di del sentimento o delta volontà,, la capaciLiL alla comprensione, alla tolleranza, all'accor– do facile e spontaneo: l'anarchia,. Quando 1~oi pensiamo che 1 popoli della terra sono ottenebrati e divisi dalle varie su· perstizioni reJigiose, le sole che realmente hanno l'impero delle loro coscienze e determ!– nano la loro condotta e quella dei loro padro– ni, non possiamo fare a meno di salutare nel– la scienza quella che può,' non solo illuminai: li, ma anche affratellarJi. l'ojchè la scienza - come il pe:i;:isiero cl:i cui emana - è una, mf'ntre le r'eUgioni ,..._come le fantasie su cui sono fondate - sono tante. Fra Je torbide, apocalittiche paure del me– dio-evo, j teologi afterma.no che in Uristo s1 erano abbra<!ciate la giustizia e la pace. Non era vero: o la stol'ia h'a sperduto il falso vati– r,inio. ?IIa' nessuno impedirà che in nome deL l 'idea.le umano e con le sole forze, purchè in– teramente devote, della natura umana, un 'al– t,ro, e non vano nè mistico abbraccio si 'ricam– bi davvero al cospetto della storia : quello della Verità e della Libertà. .E solo la bandjera dell'anarchia può uru– re i due nomi. GAETA O I\IARTNO. Nel gi~otondo eterno ... [ Cosa venite a fa,r nel girotondo, nel giroton– cJc, eterno de' viv~nti, do1~1ani danza macabra e quadriglia de' morti 7 Cosa venite a far quas– sù nel mondo, o sciami di faRciulli sòrridenti 7 Noi veniamo a giocare, noi veniamo a dan– za,re, a cantar ·noi veniamo, per dopo ripa,Ì'tire 1-1el regno del mister:o. Conserveremo noi•, nfllle nostre pupille, un ricordo: cli fiori, <lj scintille dj. faci, un ricordo d'amore, un ricordo di. baci, quando sarem tornati n1sl regno del mi– stero 2 ' II. ·Uosa venite a far nel gHotondo, nel giroton– do eteruo de' viventi, doinani danza macabra. e quadriglia, de' morti 7 Cosa venite 11 far quas· sa'i nel mondo, o principi superbi e re potenti i Noi veniamo a gioirs, noi v.eniamo a impe– rare, a governar veniamo, per dopo r1part1re per regno del mistero. çonserveremo noi, qui uet fondo degli occhi, un rico1·do di popoli a grnocchi i Conserveremo no.i, riel nostro cuoi e, ·tm ricordo di pianti, di stragi e di dolore, l~t..ando sarem tornati nel regno del mistero 1 III. tìosa vc11ìte a ±ar nel· girotonùo, nel giro– t.ondo eterno de' viventi, domani danza maca– tira o quadriglia de' morti i Cosa venite a far 'JUassù nel mondo, o schiere di poeti e di sa– pu~nti 7 Noi veniamoi a cantare; noi veniamo a. cer– oare ad abbl'acciar veniamo il mondo d'en– t,usiasmo e d'infinito amore, per dopo i-ipar– r,,re pel regno del mistero. Conserveremu nol, 1,olle nostre pupiJle, le intrav1ste bellezze e le mj}le e le mille disvelate certezze? Oonservere– JtlO noi, nel nostro cuore, un ricordo d1 tutte ,e nostre creazioni consolanti, un ricordo di t.utti gli aiuti apportanti la fede del bello e d0l vel'o a' fratelli, quando sffrem tornati nel· regno del mistero 1 IV. (;os1:1,venite a far nel girotondo, nel giro– toucio eterno de' viventi, domani danza maca– bra. e quadl'iglia de' morti 7 Uo1:;avenite a far quassù nel mondo, o. ignote moltitudini piap.– genti 1 Noi veniamo a soffrire, noi veniamo a mori- 1 ~, r;1,c] ubbidir veniamo, per dopo ripartire pel regno del mistero da dove siam venuti senza Raper perchè ! E in breve tempo, forse soltanto ,!uailche giornd, nessun ricorderà tutto )l• no• ~tr.0 lavoro, tutto il nostro ~artoro. E quando ~<\,1·em morti non avrem più,. nelle nostre pu– pille, non avrem più nel cu0:re alcuQ. rico~·do. Che veniam dunque ia. fR-re nel girotondo etei•no? GEORGETTE RYNER,. (VerRione rli Virgi,/io 0-ozzoli). · In ogni questione guardate cinzi_ tutto,· se non volete soddisfarvi di vuote pàrole e con-– dcinnarvi all'inerzici, al come possa conve1·tirsi in realtà il principio enunziato. . . G. l\,lA2'ZINI , f

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