Pensiero e Volontà - anno II - n. 12 - 1 ottobre 1925

. I o I , 280 PENSIERO E VOLONTA' polvere in faccia. Noi Contiamo già nelle no~ stre fi)e· degli uomini di cuore,. che impieganò il loro tempo e le loro ricchezze a dimostrare che hanno torto di essere ricchi della miseria del popolo, saziati d1alla sua fame, fortunati per la sua sventura. Già da gran tempo il grido di èuerra vola sul oampo di battaglia, da gran tempo le armi si preparano, e già le prime vitt,ime sono ca,. dute. O_ggi la pugna, domani la vittoria! II. Qual' è dunque questa idea che ha tante vol– te sol10Vato gli uomini contro gli uomini e che oggi separa il mondo in due grandi fazioni 7 E' l'idea di libertà, della libertà completa e assoluta. Per essa '70 mila ugonotti morirono in una sola notte; ·per essa durante dieci lun– ghi anni i nostri padtri hanno arrossato del lo– J'O sangue tutti i patiboli e tutti i campi di battaglia. Per essa sono stati odiati tu.tti i precursori, da Socrate che liberava la filoso– fia fino a Luigi Blanc che non ha potuto libe– rare il popolo (1) .. ' Non si creda tuttavia ohe la libertt sia l'uni- co scopo dell1u.omo in questo mondo: tutte le sue speranze .non si risolverebbero che in un gigantesco egoismo. Ma v'è un'alfia idea, quel– la dell'amore, id'éa che si sviluppa parallela mente alla primà. Per ogni uomo in particola– ·rc, la 'libertà è uno scopo; ma tSSèJJ non è che un mezzo per l 'amo.re , per la fratellanza uni– versale, mezzo efficace e onnipotente, perchè rioltanto l'uomo libero può senza secondi fini stringere al petto il fratello libero e dirgli·: ÙJ t'amo. La Dichiara-zione dei Diritti dell'Uomo s·m- (1) Il lettore odierno può mera.vigliarsi dell'entus~nsm~ di Reclus pe1· Luigi Blu.no, H quo.le do.vvero non merata d1 esser posto oosl in alto fino ad ovvicinarlo ll. Socx·ate. Il 13lanc h1 certo una notevole figura della domocra:r.ia repubblicana e soci al ista del 18.J.8 1 od a lui si debbono opere storiohe i~– sigui come la St01·ia della Ri1;.,oluzionefrancese e lo. Storici ~ei dieci anni• mo. ool tempo divenne una figura secondaria, ' . 1 insignificante e sen:r.n iniziativa. Ignorò l'Int01·nazt0na e e bio.simò O non on.pi La Comune. Ma quando scriveva Reclus, nel 1851 Luigi Blanc ero. anooro. nel periodo in cui il suo nome ebbe maggior prestigio. Mesoolato allo. rivolu:r.ione di febbroio del 18-! , aveva fatto parte dol Governo Provvisorio dolla Frawia, sot.to la presidem:a di Ltim!l.t'tine, fino ulle terribili giorno.te di giugno di quell'anno. tlopo Le quali il g 0 verno lo gett.ò a mn.re , IJOi lo mise sotto processo è fece condannare. costringendolo a rifugiarsi o. Londro. do,·e il Blanc rimase fino o.l 1870. L'a.ccenno pieno di ammirn:r.ione cli E. Reclus mostra come nel 1851 Lnigi Blanc esercitasse ar:a~orn, d·1Ll'esilio, unn. grande iufluen1.a sulle corrent,i pjit avammte della democra1.il1 e clel socialismo europei. Il tmdutto,·e. Bi ganna, dunque, allorchè accorda al cittadino 11 dfritto alla libertà in tanto che questa h– t>ertà non è limitata dall'amore, dal dovere. Invece ai lottare tra loro, il diritto e il dovere concordano nella loro più alta accezione; in– vece di limitarsi a vicenda, si moltiplicano l'un altro e si continuano paralle1amente dal– l'uomo fino a Dio, in cui diritto e dovere, amore e libertà sono una sola e medesima cosa. Il progresso di cui parliamo non si sviluppa uniformemente in tutti i cuori, e tanto meno in tutti i fatti. Si potrebbe appiicBirgli, nella storia del mondo, la formula filosofica dell'a– zione e reazione, ma nel senso che la reazione è sempre minore dell'azione. E' così che, nella sua decrepitezza, Roma vinta d'agii apostoli di Gesù regrediva verso il feticismo; il cat– tolicismo trionfante e1·a una reazione pa • gana mescolata ad elementi cristiani, il prote– stant~simo un cattolioismo mascherato; e la reazione politica s'inorgoglisce oggi delle bai– ricate che a sua volta ha debellate, dimenti– cando che tutte le reazioni sono condannate a morte, che tutte si sono inabissate nel nulla e che l'avvenire procede sul corpo dei suoi avver– sari. L'umanità, è l'onda in 1 delirio che si scaglia sulla roccia; respinta nell'Oceano che muggi– sce in basso, ritorna con furore sul macigno che resiste affonda pi11 innanzi i suoi morsi ' selvaggi e non s'acqueta che sulle rovine del suo nemico. J 1 mondo dei fatti può essere ancora nel suo periodo di reazione, che già il progresso tro– neggj a sugli spiriti con nµove promesse e spe– ranze ignote ai secoli anteriori; ma non senza combattere, qqesto penetra nelle istituzioni, pet·chè deve sollevare tutta la forza d'inerzia che gli oppongono l'abitudine, l'egoismo e 11 passato. Oosl ogni progresso è un dolore e s' ac- _ compagna fatalmente a una Rivoluzione; ogni verità. che si afferma costa sangue e lecrime. Il Cristianesimo, la borghesia, la riforma i·e– ligiosa poggiano i loro piecl.i nel sangue, e ve– diamo oh'è la stessa, co{)a per la Repubblica. La democrazia pacifica è un'utopia. L'umani– tà ha come la giovent:ù i suoi period1 critici e le sue malattie, ma essa ne esce piit for_te, più ~iva e più bella. , Meno qualche pessimista e qualche ortodos– so raffinato, che credono il mondo giunto allA decrepitudine, la maggior parte degli uomini ritiene che in realtà l'umanità cammina; ma, gli· uni vogliono che questo progresso sia un~-

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