Pensiero e Volontà - anno II - n. 12 - 1 ottobre 1925

276 PENSIERO E VOLONTA' • ) di ventura, anche i più pericolosi, general– mente presi dal vecchio regime, fra i quali primegg1a la dittatu.1·a. Oppure uno si propo– ne, come fanno Kautzki e gli altri social-de– mocratioi un regime temporaneo, in cui i so- ' . cialisti starebbero al potere, ma la realizza- zione del loro programma socialista sareboe rimandata ad un avvenire indeterminato. Ohe si tratti degli u;ni o degli altri il nost1·0 modo di vedere è completamente differente: noi ci 1·ifiutiamo di lasciarci ipnotizzare da questa ,idea di transizione. Ohe dei progressi succes– si vi, delle realizzazioni parziali debbono pre– ~edere la realizzazione totale del nostr·o ideale, è possibile, anzi probabile; ma per accettare questi stadii successivi- come augurabili, biso– gna eh' essi ci menino verso quell'ideale e non già verso qualche cosa diametralmente òppo– sta. Il cammino verso una società libera da o– gni costrizione statale e fonqata sull' aggrup– pamento libero degl'individui non può passa– re che per forme sociali, in cui la parte del1a libera iniziativa va aumentando e quella clella autorità va diminuendo. fv.f a se colla scusa di un periodo di transizione verso una comun.Hà libera ci si offre un annientamento di ogni , libertà; noi rispondiamo che non si tratta di una transizione ma di 11,11, passo indietro. Noi non siamo stati educati a1la dialettic1t hegel– E l.na che considera come un fenomeno natu– :. ,;le la trasformazione di una cosa nel suo con– 'Lt"u·io; il nostro spirjto· è imbe~uto piuttosto fÌ:-.. 1 principio dell'evoluzi9ne, il quale ci dice ::Ì1c ogni stadio di sviluppo non solo non è op– ;.1osto al precedente, ma deriva da lui. La so– cietà anarchica non uscirà mai da un·a ditta– tura : ·essa non nascerà che dagli elementi di libertà qhe saran:p,o rimasti e si -saranno svi– luppati malgrado ogni imposizione statalé. Perchè una forma sociale possa essere consi-. derata come un passo avanti verso un'ideale, essa deve contenere più elementi di quest'i– deale e mai meno~ se no è un regressç> e. noh un progresso. La Comune di Parigi, per esempio, non si proponeva· per iscopo una società anarchica; ma gli anarchici ·di tutti i paesi l' ap,prezzaro– n o altamente per il suo largo fect:r·aJismo. Nel– lo stesso modo, durante la rivoluzione russa, gU anarr.hici accolsero con simpatia l'istituzio– ne dej sovieti Hberi, tali, ben ·inteso, gua]i erano usciti dal pensiero popo1a:rs, e non de– gli organi ufficiali che attualmente· ne por– ta,no il nome ma non ne sono che la contl'a-1:. fazione : essf vi vedevano ·una forma di org,•.niz– zazione politica,· preferibile al parlamentari smo classico, che permetteva maggiormente lo sviluppo dell'iniziativa e dell'azione collettiva del popolo. Un attitudine simpatica verso tutto ciò che, , si avvicma al nostro id_eale è cosa ohe va dr:t. sè; la n0zione di un «periodo di transizione 1, non può aggiungervi niente. Essa non serve che ad imbrogliare 'la discussione e dare u11 pretesto ·a certuni per una revisione delle no– stre idee, ciò che· significa, in realtà, abban– donarle in ciò che esse hanno di essenziale. I1,1 realtà, il momentq_ rivoluzionario è quello eh-, si presta !!1-enoalla prudenza, alla pe,ura del– l'utopia, dell'irrtalizzabite: esso, al contrario, allarga i limiti di tutte le speranze. Non la– sciamoci dunque intimidire da questi consigli di falsà saggezza storica, alla qu·ale l'esperien– za della storia dà una smentita. \ ' M. ISIDINE. ('l'radotto da « Pl.us loin » - 15 r;,e Fer– rlinand Duval, Pa1·i'gi). Scienza eAnarch Una guistione molto importante m1 sembra. queìia che s~ è accesa in l'ensiero e Volontà ' sulle relazioni tra scienza e anarchia Desidero esprimere brevemente la mia idea a questo riguarclo. Premetto che •io non vedo neHsuna utilità nella introduzione del mito della scienza ne1 campo politico, nè credo, a ogni modo, che ciò debba o p9ssa mai farsi in nome e per conto dell'anarchia. Temo anzi che il mito della scienz'a, qualora riuscisse a insediars: nella politica, non stenterebbe e non tarde. rebbe a svilupparvi una nuova ideologia au– toritai::,ia, nè più nè meno di come hanno fat. to, nelle varie epoche, i miti della anzianità. deila d~vinità, della patria,, dell'impero, della nazione e del popolo; e di come v·a, facendo, ai tempi nostri, quPllo del proletariato. Nè éredo, in ogni caso, che la scienza possa l)restarsi a ciò: La scienza non è qualche cosa, di definitivo e di ·assoluto; éssa .è sempre da farsi e sempre relativa· alla mentalità dell'e– poca, alla limitatezza della capacità sintetica del pensiero individuale 1 .ai. rregiudizi socia– ~i. n:n di r.·i,cio~ e sopl'atutto al grado di perfo– zione o. 'di estensione dei mezzi e delle ba$Ì di indagine di cui ·può _disporre. Non si può

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