Pensiero e Volontà - anno II - n. 12 - 1 ottobre 1925

PENSIERO E VOLONTA' 275 . . Ch-iarimen ti Nelle innunierevoli discussiom che la ri v<, luzione russa ha sollevate nei circoli socialist.1. e 1·ivoluzionarii ritorna sempre a galla l'ide'"" di un « periodo di transizione » che dovrebbo succedere alla rivoluzione vittoriosa.· Ed e for .. se l'idea <li cui più si abusa pe~ giustificarb dei modi d'agir6 e dei rinnegamenti inammis– sibili. 81 pensa generalmente che neanche i paesi più avanzati sieno pronti per una 1·ea– lizzazione integrale del socialismo (e, a più forte 1·agione, del socialismo anarchico)· e ba . ' sandosi su ciò, alcuni propongono dej Glocchl mezzo socialisti e mezzo radicali, o un governo operaio che, in fatto di socialismo, non rea– lizzerebbero che il programma mmimo dei Con– gressi; gli altri tendono ad un colpo' di forza, il quale darebbe ai rivoluzion·arii un potere dittatoriale che essi ìarebbero servire agli in– teressi della ·classe operaia sopratutto terro– rizzando la borghesia. I 1Jolscevichi special:. mente (e gli anarchici che si sono lasciati trn, scinare da essi) ci dicono : « C1:edet~ voi vera– mente alla possibili~à di far trionfare fin da ora il comunismo anarchico? Le masse non vi sono preparate ed il socialismo ha ancora trot->– Pi nemici : finchè questi-sussiste1·anno, lo Stato sarà necessario. Bisogna rassegnarsi ad un pe– riodo tra,nsitori0 cli dittatura ». Finchè accetteremo di discutere su questo teneno e di far dipendere _ la nostra opi– nione dal modo - ottimista o pessimista - come , apprezziamo il grado di preparazione del monao operaio, ci sarà impossibile dare alla quest_ione una soluzione netta e ·conforme ai nostri rinc1pii. E ciò si comprende: la que– stione deve essere messa diversamente. · Noi sappiamo che solo lo storico, studiando, a cosb fatte, i risultati aéquisiti ,potrà dire un gior– no per quali realizzazioni la nostra epoca era matura; ma i contemporanei s'ingannano sem– pre, influenzato ciascuno daJla sua mentalità. Noi non credìamo all'esistenza di fasi prede- - terminate dell'evoluzione, identiche per tut~j i popoli. Noi sappiamo che la direzione gene– rale dello sviluppo umano conduce l'umanità a meglio utilizzare le forze della natura ed a meglio assicui·are nel suo seno la liberazione dell'individuo e la solidarietà sociale. Su· que– sta via ci potr'anno essere delle soste ed ancb.e dei ritorni indietro, ma mai un movimento definitivo in senso contrario. E più la co– munione fra 1 diversi popoli diverrà stretta, prn rapidamente quelli che si trovano a.,yant1 trascineranno i ritardatarii. Il resto: la rapi– dità del movimento, la sua marcia pacifica o violenta., le conquiste realizzate ìn questo o quel momento, tutto ciò dipende da una quan– tita dì fattori e non puo esser pl'eveduto. Tra. questi fattori uno dei più potenti è sempre stato e sarà sempre l'azione deg1'individui e dei loro aggruppamenti. Le idee che ispiri>– ranno l'azione più eneregica avranno mag– giore probabilità di trionfare: la vita seguirà la rjsultante delle forze applicate. Per conse– gaenza più noi lavo1·eremo con forza per il no– stro ideale in tutta la sua intransigenza e più la risultante si àvv1ciner~ ad esso. Nelle discussioni in cui si parla di « un pe– riodo di transizione » si navjga il più delle \.olte in pien21. confusione e ci s1 comprende male, perchè si confondono due nozionj molto differenti. In un certo senso, ogni epoca è un'epoca di transizione verso un grado di e– voluzione supei·iore, poichè a seoonda che dtlle aspirazioni si realizzano altre ne sorgono. ln t,utti i tempi esistono dei problemi dom,1nantì che preoccupano tuttj gli uomini capaci dì pen– sare, ed altri problemi, quelli dell'avvenfre, ai quali non pensa che una minoranza più 'a,.. vanzata. Così, il problema socialista, !"aboli– zione dello sfruttamento capitalistico e l'orga..: nizzazione di una società economica ugualita ria, è aj teropi nostri, all'ordjne del giorno per una realizzazione immediata; ma dare a questa nuova società una forma libera ed assi- . curare uno sviluppo completo alla persona u . m ·a.na , resta ancora l'ideale <li tin piccolo nu-– mero cioè dei soli anarchici. In qua.le momen– to quest'ideale passerà al primo posto e tra– scinerà la maggioranza1 Solo l'avvenire lo di– rà : è certo che prima eh' esso sia realizzato nel modo che noi l'intendiamo, traverseremo una serie di stadii transitorii. Ma sotto il nome di « periodo di transizio– ne » s'intende anche un'altra cosa; cioè. il mo. mento che segue immediatamente una rivolu– zione, quando le antiche forme non sono inte– ramente sparite, i nemici pàrtigiani del pas– sato sono ancora temibili, ed il nuovo ordine ùi cose nasce in mezzo alla lotta e fra le p{ù gravi difficoltà. E allora, sè si bada solo a. questo momento, astraendo dal passato e so– pratutto dall'avvenirE?, si arriva, coine è sue– cesso ai bolscevichi, a giustificare tutti i mezzi

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