Pensiero e Volontà - anno II - n. 12 - 1 ottobre 1925

I .. . I PENSIERO E ViQLONTA' no in possesso dei giacimenti e di tutte le in– stallazioni. :Ma, siccome si tratta di giacimen– ti alluvionali, vale a dire dell'oro contenuto nelle alluvioni di antichi fiumi, terre mobili e superficiali, questi giacimenti saranno esau– riti rapidamente con i mezzi moderni di sfrut– tamento e non v'è dubbio che dopo 30 anni di sfruttamento intensivo (e si puo esser sicuri che la Leua Golclfields sfrutterà col massimo <l'intensità) i Sovieti non avranno indietro che delle sabbie senza valore. Oltre queste antiche proprietà del bacino della Lena, la Lena Ga.ldfields ottiene delle concessioni non meno considerevoli in due al– tre regioni minerane, nell' Altai, il vecchio c:e°:tro 1ninerario del cuore dell'Asia, dove ; tenitori concessi contengono mine di zinco, :i piombo, ,dii rame, d'argento e d'oro, e nello Fral dove la concessione comprende delle mi– r..iere di feno e di rame e delle officine. Infine per assicurare il carbone alle sue va– rie lavorazioni si sono concedute alla Lena ' Goldfields delle mine di carbone nel gran. ba- cino carbonifero siberiano di Kutznek e dell~ mine cl.i antracite nell'Ural. •'econdo everdlov la Lena Goldfietds, do sarà in pieoo lavoro, occuperà 44 operai. quan mila Ma ancora più spaventoso dell'importanza della concessione sono le condizioni alle quali essa è accordata. Si concede alla Lena Gold– field s un p1ivilegio esorbitaµte, quale non ~ stato mai ammesso in nessun paese capitali– sta, neppure negli Stati meno indipencìenti dell'America del Sud e del Centro: un vero diritto di extraterritorialità. Per questa con– cessione accordata dal governo dei Sovieti sul territorio dei Sovietì non saranno comvetenti i tribunali dei Sovieti, ma un trbivnale stra– niero e borgl;ese. Il cont1·atto di concessione stipula infatti che tutti i litigi tra il con– cessionario ed il governo dei Sovieti saranno decisi non ,dai tribunali sovietici, ma da un tribunale di arbitri composto da un rappre– sentante dei Sovieti, da un rappresentantt, del concessionario e da un terzo giudice che sarà scelto tra i professori della Scuola Poli– tecnica Reale di Stocolma o dell'Accademia delle Mmc di Friburgo - dunque un tribuna– le a maggioranza straniera e borghese. Ora, io lo ripeto, non si trova traccia in alcun pae– se capitalista di concessioni aécordate a simi– li condizioni ; nessun paese ha mai accettato che le sue liti con i suoi cqncessionarii sieno sottoposte ad altra giustizia. che aJla sua pro- Bi pria, a quella dei suoi proprii tribunali, giu– dicanti secondo la sua propria leigslazione. Infine il monopolio del commercio estero, che doveva essere intangibile, che fino ad or'a era considerato come il baluardo nel quale era indispensabile non fare alcuna breccia se si voleva riservare la possibilità di edificare una Economia di più in più .sbcialista, è an– ch'esso colpito: diurante 7 anni !a Lena Gald– fìelds pottà importaTe · liberamente, diretta– mente, senza pagare dogana, tutto ciò che le occorrerà per l'installazione e l'esercizio delle sue intrapl'ese. Nello stesso tempo che l'oro di Eiberia era così abbandonato al capitale inglese, il ·man– ganese del Caucaso e1·a ceduto a Harriman, il re delle ferrovie americane. La Russia è un gran produttore di un mu tallo indispensabile alla metallurgia modernt1., il manganese. Prima I della guerra la sua mi– niera di Ciaturi in Georgia era il più gra..r. fornitore del mondo in manganese. E' questa miniera, che è stata concessa a Haniman, che occuperà un venti mila operai . L'enormità di queste duo concessioni, l'i11. traduzione nel cuore stesso dell'U. R. S. S. di potenze càpitalistiche · formidabili come la Lena Goldfielas e Harriman, costituiscono un tenibile pericolo, sul quale è quasi inutile in– sistere tanto esso è evidente. Il potere politi– co è nulla, se non ha il sostegno della potenza economica. E' l' A. B. C. del materialismo stu• rico, è una evidenza di semplice buon senso, che non serve a nulla ~essere il padrone della. polizia, dell'esercito, ecc. se non si è il padro– ne della produzione. Prima· vivere! E per vi– vere bisogna produrre. Colui che è padrone della produzione è dunque padrone della vita e quindi padrone in tutto. Lo Stato, chiun– que sia alla sua testa, quale che sia l'etichet– ta che ostenta, non .è che l'incaricato dei pa- .droni della produzione. Se il proletariato è padrone della produzione, lo Stato è uno Sta– to p,roletario; se il capitale è il padrone delb produzione, lo Stato è uno Stato capitalista. La concessione al capit8<le. dell'oro della Le– na e del manganese del Caucaso, questi due elementi essenziali dell~Economia russa, sarà I da se· stessa un elemento dii disgregazione del potere proletario; ma ciò che è più grave ·an– cora, si è che sembra che quello sia solo un primo paSE!O.Ora, se si concede il petr!;~.o dj I

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