Pensiero e Volontà - anno II - n. 6 - 16 aprile 1925

PENSIERO E VOLONTA' 14-1 Nel numero del 10 aprile, di «Iconoclasta» (eihe io noo. ho- rioovuto ,e, veg~o, solo graizie alla cortesia di un amico) il compagno Vir– gilio Go,zzoli ripigliand10 una v;oochia poler mica intòtrno all'odio ed aJ. terrore rivoluzio1- nario, mi tratta da :« comunista e-ristiamo » Ed· io non so sei de.bbo coosideirare l'inaspet– tata quali:ffoa come .u,n elogio immeritata, o come una gratuita ingiuria. A parte la cre&3nza religiosa, che non penso mi si voglia aittribuire, e, considerando il cristianesimo, -quale ispira,toire di s-entimenti·· etici E' regola· di CQllldoittapratica, m-0lti e vn.– rii_ sono i modi d'inte1ncLere la qualità di cri– stiaino. Io conos,oo nella storia passata ei nella vita oontemp01ranea tanti ·animi nobih e, dolci che si •dicono ,cristia~i, oome1so, di fieri ribelli ohe -sotto il labaro del Cristo combatterono · per la lilbertà e la giustizia. 1\/[a so, pure che si dissero oristiar;ii 1t,imone d!i lVIionfolr'te, 1- _gm.aizio di Loijola, Torquemada, Lutero, Cal– vino; ,come cristiani· si dicono la più gra.J? parte. dei moderni oppre.ssori e mi domando se, riforendomi a -oostol!'oed a tutte lb perse– cuziooi e, le stra,gì, perpetrate in nome cli Ori– sto, non potbre,i,a inia volta e con maggioT ragione dar del cristiano ai truci predicatori <li ocliò, vendett,a e terrore- . Ma perchè richiamai1.·si a Cristo ed alla storia dei suoi settatori, quando sa,rebibe cosi serOipli-ce, e,, ben ..più ,sjcur·o, il giudica.re le idee ed i propositi di un uomo, da ..quello 7'cihe -egli stesso dlice e fa? ... almeno quando si tratta di uno che cii-oe ,chiaramente ,queUo che, pen– ·sa ed ha sempre agito in ootnformità di quello che dice! , To penso, e, l'ho ripetuto1 le mille voite,, che il non 'resistere aJ. male « attivamente » cioè in tutti i modi possibili ed· a~guati, in teo– ria ,è a~s'QìI'do, per:chè in ,contra.dizione, cono s.eopo di .evitare e, distruggerè il male, ed: jn pratica è immorale perohè rinneg'a la solida– rietà umana ed il dorve,re che ne, consegue di dìi.fendore, i deboli e g'li P'PP'rssi. Io pe.in.so1 che un· regime nato dalla vioJ.e,nr.a e che con la vioianza si sostiene non può esse,re abbattuto ohe da una vioJ.enza corrispondente e pro– porzionata, e che perciò è una scioochezza <> un inganno il fidare nella leg·alità ohe gili ·op· pressori stessi foggiano a loro difesa. Ma pen · ·so che per noi ohe miriaJ110 alla pace fra· gli uomini, alla. giustizia ed a.Ua li'be;rtà- c1i tutti, la violenza è una dura neoe.ssita che deve cess.a.re, a libe1razione ,OODseguita-; là dov.eicessa la necessità della diife.sa e, della. sièurez,z,a, sot- · to pena di diventai."e un delitto oontro l'umani– tà e di mena,re ai nuGJVeoppressioni ed: a ,nuo– ve ingiustizie. -Com.prendo gli -SCO!)piirrefre-.. na/bili della vendetta popola.ire e la loTo, fun- zione stoirica; ma non doibb,iamo 1, • noi, inoo- rag.giàre i sentimenti cattivi che, l'-0,ppre3:sio– ne Sl\Scit,a nell'animo, degli oippressi. Pur la– sciandlo che il torrente straripi e, spaz,zi -v'ia i\ h·is:te, pàsP-~to, noi dobb-i~o; sforzarci di con-– serva.rei alla lott,a- il ca,rattere di lotta per la intera rede.nzione umanai ispirandoci sempre a.ll 'aimoff'eper gli uomini, per tutti gli uonnni, e respingendo dall'animo nostro e per quanto è po,ssibilei da quello degli alt,ri, i too– bidi pr-opositi che la tirannia ispira ed .H de– sid:erio di vendetta alimenta,. E' cristianesim.01 que,sto? A me pare sem– plicemente senitimetnto anai·chico, sentimen– to umano. · * * * E dopo di aver detto questo,, tanto pe,r re- spingere da me quella qualifica di cris.tiano, che mi af:fende, nelle miei coinvjnzioni filosOlf:i– che e morali, e ohe par lainciata adJ arte peir creare l'-equ1vqco intorno alle mi.e idee, io torno ad esprime,re la mia vecchia, opinione c-he tra me e; certf ,compt½:,anidal _linguaggio feroce vero dissenso no,n c',è, o è dissenso del tutto letterario. ' Lo ho( la disgrazj~ - o la fortuna - di non essere un lettera,to. Io non so, e 1 non curo le beJle ·frasi, non amo le ampJ.ifi:cai~ionirettori– che, intendo sempre alla l~ttera quello, che dico, ed ho -perciò la tendenza a prendere al– la, lette;ra quello, che diéono gli altri. Da questo si può co:rp.prende!l'el'effetto o,rri– pilante che, fa su di me certa letteratura. ERRICO MALATESTA. Le "l1,topie hanno nati1,1:.adi voesia e non già: di atti pràtici ,- ma ·sotto quella pae,sia c'è sem- ' . pre la realtà di_ un des.iderio, fattore delta s~o- ria, fnt?ira. E ar.r.ad ~ 'chr, i poeti siano spesso ('Onsiderati veggent·i, pe1;ch{ }'utopia dell'oggi· diventa lo. realtà · del domani. · B.· CRQCE. Senza l.ibertà voi non potere compire alcwnÒ– dei. vostr1: doveri. Voi ai·ete · dunque diritto alla Libertà e novere di ronfJ.u'istarla · in ogni modo contro q-ualunfJuf!: Potere che la neghi. B. CROCE.

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