Pensiero e Volontà - anno II - n. 6 - 16 aprile 1925

140 PENSIERO. E VOLONTA'. degli uomini e avrebbe insegnato loro mitezza e amor del prossimo. _Questa pr,etesa non è me– glio ·fondata di quel1a concernente la cultura. e la! ci vilità ». « I.· cattolici perseguitarono spi-etatamente e sj: e,s,so con la pi_ù ~ orr;ida crudeltà gli a1riani– _gJ 1 albigesi, i -v~ldesi," gli altri' eretici del ri:J.:e– dicevo, gli ebrei, 'i protestanti dei Paesi Bassi; I gli l~gonotti di F~·anc{a non mancarono, di e– serci_tare sanguino~e rappresaglie contro i ,cat– tolici, ìà dov-e erano i più forti. Dove vedesi in questa miHenaria sequela di scorticamenti e di massa~ri, l'educazione dell'uomo all~ man suetudine per opera della religione.? » cc Essa, un fattore del progresso intellet– tuale 1 Non si comprende che si sia potuto o- · sare una simile affermazione.· I panegiristl della religione abbandonarono volentièri i1 gra.n punto di vista dell'evoluzione generale àell'umanità .in cui non si sentono a loro agio e ricordano alcuni s{ioi singoli mèriti in alcuni campi molto rist.r-etti defla civiltà ». cc G_li uomini domandano il pane del sape– r-e, 'la religione porgè loro la pietra di una fiaba; non è digeribile, ma -riempie lo stoma– co, dà ùna falsa sensazione di sazietà e repri– me lr. ·fame salutare che li avrebbe stimolati a procurarsi un alimento proficuo n. « Può a.arsi che l' amaJgamento della mo– rale con concezioni mistiche, ne rinforzi qual– che voHa il poter.e· inibitorio, ma non è sicur'o: S.embra, assai dubbioso, se si pensa allo stato della moralità nei tempi aella fode più forvi-, da e della. pii1 crassa superstizione. Ma' in ogni ~odo la morale non ha mestieri di fon– damento religioso, nulla guadagna da esso -::. . ' rimane quello che è anche spogliandola :di tutte le addizioni trascendentali. E' sorta ·dal– fo necessità de-Ila vita in comun~, è-e·la cond.i-. zione di questa vi~a e suis~isterà finchè gli uo– mini vjvranno in co_munità, n. doncludento, il M·olas'clii pare che nèl suo scritto caldeggi e _app;ovi una rivoluzione p1 otestante e una riforma religiosa in questo senso, A parte il fatto ,che. ·un si:lifatto rivol– gimento religioso in Italia, e forse anche. al– trove, non è possibile . per rigione di or<line diverso, sia morali che .spirituali e psicologi– che, non . potendo più attecchire fra popoli ,che si occupano di p·roblemi vitali del là.voro, dell'evoJuzione e della civiltà eerte lott.e -e eertj movimenti spirituali dl1 riaitura teologici ~ scpr_annaturali, .perchè dò sarebbe un anacro– nismo all'opposto, avendo Ja -riforma cristia– na-protestante adempiuto alla sua funzione storica ne,i tempi di Lutero e. di Calvino, a– v,endo trOV)l,~O' solq..._.allora; il terreno adatto· al,, suo scopo e le condiz,i-oni etioo-socialì favort:– voli alla 'sua esplicazione è alla sua attuazio-– ne, tanto ·che potè inserirsi in gran parte sol~mente nelle istituzioni di. paegi w cai ebbe la :sua- genesi e fu maggiormente agitata e so– stenuta; a prescindere da tutto _questo, anche· se dessa riforma. potesse attuarsì in i.taha, non creao ci sarebbe da ripromettersi gran .che dalla mutata credenza religiosa del nostro· popolo, il quale poi non è così' fanatico cr&– den.te come ed un osserva.tor~ su.perfìciale p0r– trebbe apparire, ma gli basterebbe un po' di insegnamento' laico ,e un p<i di sana · propa– ganda, anticlericale e antireligiosa per strap– parlo definitiva.m~nte a tutte le chiese é forsl3/ anco alla vap;a credenza in un Dio metàfisico, Il{'buloso e ev::anesoente, poichè si può dire ,rhe– oggidì nessuno cr~e più alla religione del Dio an.tropomorfo, crnator~ altugro, dopò una -eternità di ozio ·e d1 sonno del cielo della ' I ' ' terra, dèll'uomo e della donna, degli anìmaii -e delle piante, ,ecc., ail'infuo1ri 'delle donil'W– ciole e di quella parte più retriva degli uo– mini, fatta più di ipocrisia che di credent_;_ :veri. ~a un insegnamento prettamente anh religioso o laico nelle scuole non si potrebhli ot~enere -che in uno Stato repubblicano-, · sìu.~ pùre borghese; eppercio soltanto dopo il trìon~ fo della repubblica in Itaììa desso si- potrà, adottare e impartire ufficialmente nelle scuv• le, dopo aver annullata e ridotta ai. minìmi– t,erminì la .potenza vatican&., · · scultoriarn"n~ definita da Garibaldi « un pugnale .nel cuore d'Itali&. ». Il resto non e· che vano ferneticar mento e delirìo'per far rivivere "ombre e sole· del passa~o che non torna più, che non può, più tornare. MICHELE PANTALEO, _IV CÌf-iv:amentenoi lasciamo,. in questo- come– ·,in tutti gli scritti che. i1J,seriamo, comP'leta li– ber,tà, e quindi completa resP'onsàbilità, aali~ autori. · ✓ Oi piace però registrare il nostro dissenso– datta strana con,:tusione a cwi arriva il Pcvn-- - talea. E g 1,i attende ~ spera che « wno- s·t;_to repub– blicano, sia pwre borghese adotti ed imparto· .uf ficiatmente nelle scuo-le un insepnamento., antireligioso ». · · · Per 11111, anarchico, non c'è male/ , .LV oi siamio contro il eattolicismo ~ contro il: prote&tantism~, m,a· n,on certo per sostituir lori).. ta. retigion-e detto :jtato. · M egÌi9 ancora le 'retigi-oni liberq,mente pre.– dicate ed -insegnate. ~da chi ci crede, che no,n, qualsiasi insegnamento ufficiale ed obbliga- torio. , N. delia. "R,.

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