Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

La Principessa Letizia di Savoia Napoleone 7 0 7 A i vagheggiati onori del mondo la Principessa Letizia giunse quando s p o s ò suo zio, i l Principe Amedeo. L a vidi al braccio di R e Umberto poche settimane dopo le nozze, la sera del ricevimento dato al Campidoglio in onore di Guglielmo I I . A l l o r a , nell'autunno del 1888, non compiuti i ventidue anni, e quando un difetto ch'el- l'aveva nell'incedere era appena sensibile, le si poteva applicare c i ò che Carducci disse delle sorelle di Napoleone e p o t è ripetersi per alcune delle nepoti e pronepoti: « come l'aurora splendide ». Sotto i l diadema ducale la piccola testa raggiava veramente d'un'aria napoleonica. I l che apparve anche meglio qualche anno dopo pel confronto e contrasto coll'aspetto dell'altra Principessa di sangue francese entrata anch'essa in Casa Savoia, Elena d'Aosta. I n que– st'ultima, discendente del R e San L u i g i , parevano rivivere le « nuo– re saliche, i l biondo crin gemmate ». I n L e t i z i a le ciglia facilmente aggrottate e il mento forte richiamavano « i l concitato imperio ». Quando le fu costituita una Corte, questa, non nelle occasioni ufficiali ma nelle relazioni quotidiane, c o n t i n u ò a chiamare Maestà i l Principe Amedeo, benché egli abdicando al trono di Spagna avesse anche rinunziato al titolo regio per riprendere quello di Duca d'Aosta. Invece la Principessa, perché sposata parecchi anni dacché egli non era p i ù Re, non p o t è essere nemmeno confidenzial– mente trattata colla qualifica sovrana, e per tutti rimase « A l t e z z a » . M a divenuta allora la prima Signora d'Italia dopo la Regina Margherita, b i s o g n ò fare i conti con lei. Appunto a Roma, nel tempo delle feste a Guglielmo, i l presidente del Consiglio, C r i s p i , avvicinatosele in un ricevimento le disse : « Adesso bisognerà pen– sare alla residenza delle A A . V V . » ; ma lo disse in tono di chi fosse stato arbitro lui di tal destinazione. L a Principessa gli rispose secca secca : « I n ciò, come in tutto, staremo agli ordini di Sua Maestà » . Si sa che per un certo numero di mesi i principi sposi furono destinati a Caserta. Siccome si riteneva che i v i sarebbe accaduto un lieto evento, così si era sparsa la voce che se fosse nato un principe lo si sarebbe chiamato conte di Caserta, ossia gli si sarebbe dato i l titolo che portava il maggiore dei fratelli, ancor oggi vivente, di Francesco I I già R e di Napoli. Allora quest'ultimo incaricò i l duca

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