Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

7 6 2 4 C . LINATI, Concerto variato insieme a questo temperamento dilettantesco, anzi ne è il riflesso diretto: niente di proposito..., indugio..., stile..., lasciarsi vivere. E d è verissima anche queir « aura sentimentale » che in lui resta aura e non diventa mai un vero e proprio sentimento. È la sua grazia e anche il suo limite. Acuto nel cogliere da fuori gli istinti e nel tracciarne le varia– zioni e i disegni (i suoi ragazzi, gli amori adolescenti, il suo piacere delle donne sempre un po' acerbo) Linati non è poi altrettanto sicuro nel maturare e nello svolgere una psicologia dall'interno. A n z i « psico– logia » e « dall'interno » non si direbbero cose per lui. Quando anche vi si prova, nei suoi racconti e romanzi, sentite che il punto d'arresto di Linati per questa strada è vicino. Qualcosa l'impedisce. Non soltanto Linati è di quegli uomini che non direbbero mai le ultime cose di sé, ma dopo tutto lui non vorrebbe neppure saperle degli altri. Questo riserbo, prima ancora che nella letteratura, è del carattere; e in un tempo, com'è questo, di psicologie e di fisiologie scorticate,... non dispiace. Certo meglio che nel racconto e nel romanzo queste qualità di Linati hanno buon giuoco nelle forme libere, in quei suoi ricordi letterari e di egotismo dove le figure umane possono esserci e non esserci, entrare e andar via senza prender persona. In questo Concerto variato uomini e paesi si alternano senza che nessuno prevalga. C i sono terre nostre e straniere : la campagna di Nevers, le grotte sulla Loira tra Blois e Tours, la grande pianura del Tamigi tra Streatey e Oxford,... e il viale di Cadenabbia, l'altura di Breccia, il paesino ligure di Riviera. Profili rapidi di soldati e di colleghi in guerra, un'incursione notturna su Udine, le statue mutilate da una bomba nella Gypsoteca canoviana a Possagno, un parco automobilistico in fiam– me..., aprono la via a riposate pagine di Iago, di bosco, di fiume. E le solite donne di maniera in salotto, e le amichette fresche in fatto– ria (un po' all'uso inglese). E in riva all'acqua o sul molo o tra le fronde o dietro le siepi, ragazzi e ragazze come in un'ecloga, dove però ci si baci per davvero. E molti animali veri, come questi maialini che stanno nascendo : « A mano a mano che un maialino usciva, Péder lo agguantava, lo ripuliva con una tela da sacco, poi lo metteva là insieme agli altri... Sembrano dei giocattoli animati, la serica tinta rosea delle loro cotenne, la grazia dei loro corpiccioli agili e ben cesel– lati tentano le tue mani. Ma se fai tanto di toccarli ti schizzan via con un piccolo strillo, come dei pupatti di gomma. I loro occhietti però son già di persone navigate. T i guardano all'insù, un po' di traverso, fis– sandoti, aspettandoti ». E questo gatto sorpreso di notte dal faro di un'au– tomobile: « Là presso ad una siepe o ad una gora l'occhio di un gatto balenava all'improvviso, dorato e fulgido e sembrava così grande che si sarebbe detto l'animale lo portasse ritto in bilico sul proprio muso come un disco luminoso ». - Fino dai suoi primi anni Linati fu gran descrittore di campagne; gli alberi i boschi i « verdi » erano affar suo. Scrittore vegetale; ma con reazioni scorci e nervosità cittadine. E tale resta anche.in questo libro, ma tratto tratto ora con una maturità nuova, come uno che nella pianta ora veda anche l'idea della pianta. I l melo: « appena lo guardo ecco ve– nirmi incontro aspetti ed odori di gore e lavatoi sul confine di un sobborgo, * straduccie imbrecciate, in un paesaggio un po' freddino, sotto un cielo

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