Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

7 6 0 G . C E N Z A T O , Itinerari provinciali O riches nuits! Je me meurs. L a province dans le coeur! E t la Lune a, bonne vietile, Du coton dans les oreilles. Ma come si apre il volume, ci si accorge subito ch'è altra cosa. Primo itinerario : la mostra dell'uva a Piacenza. Nasi all'aria e occhi attruppati in su, sotto festoni di grappoli. Che delizioso motivo per una copertina capace di dare davvero il senso del libro! Questa è una provincia fre– quente d'uomini, e dove le ore corrono rapide per abbondanza e varietà d'opere e di svaghi. Appartati angoli di mondo? Oh, sì. Una giornata in risaia, poniamo; ma ecco le mondarisi : « D a l l a prima alba alle tre del pomeriggio frotte di ragazze si sparpagliano nella piana vercellese, con le gambe gagliarde nell'acqua, il cappello infiorato, a mondare e can– tare. Qui s'imparano le canzoni in voga : e qui s'intrecciano magari gli idillii che poi fioriscono all'asciutto ». Anche Bologna sa farsi, fuori da certe piazze, romita in piazzette conventuali e sotto file di portichetti; ma la buona vecchia luna non può aver cotone alle orecchie, quando in– vece d'invocazioni di poeti solitarii salgano a lei le risate cordiali e i battimani della Fameja Bulgneisa, commemorante il quinto centenario delle tagliatelle intorno agli enormi piatti di pasta asciutta tremolante e fumante. Questi Itinerari fan fede del temperamento del loro autore, il quale e pel diretto contatto con la terra madre e per l'allegria. Quando si ven– demmia e si celebra il tartufo inaffiandolo di vini saporosi, allora è tempo di andare ad Alba, e Viareggio bisogna vederla quando v'impazza il carnevale, e Ivrea quando vi si fanno o vi si subiscono le battaglie di aranci : « Avevo comprato anch'io, appena sceso ad Ivrea per il carnevale, il mio berretto frigio. Ma l'arancia sul capo l'ho ricevuta lo stesso, cla– morosa e inesorabile ». Temperamento schietto, moralmente sano. Uomo che sa sorridere consentendo e anche dissentendo. V a a Brioni, la spiaggia high life. Campi di tennis, di golf, di polo, gare nautiche, cavalcate.... D i tanta mondanità, — che non fa per lui, — sa scherzare cordialissi– mamente : « N e s s u n riposo può costare più fatica di q u e s t o » . Ma, oh come gli muove l'ironia a fior di pelle (la quale non è poi altro che buon umore) anche la spiaggia, cara al cuor suo, di Sottomarina : « Spiaggia in dialetto. I bagnanti vivono un po' in tribù, accoccolati sulla sabbia in circolo, che par di dovervi portare la tavola, la lampada e la tom– bola.... ». Nemmeno le pagine forse più dolorose del libro, quelle che chiudono i l Vagabondaggio romantico intitolato Pesca senza luna a Comacchio, riescono a sottrarsi a certa luce caricaturale : « Immaginatevi questo luogo immenso, dove entra un barcone. Si scaricano rapidamente ceste di anguille, si classificano, si tagliano ancora vive. Se ne infilzano i pezzi su schidioni colossali, che vengono girati davanti ai falò accesi in– torno al camerone. U n odore di carne bruciacchiata e di grasso, un riflesso di fuochi, coltelli intrisi e grossi trincianti, rivoli di sangue sui larghi tavoli. Ma questo è un banchetto di cannibali. No, povere, diafane, ce– rulee, fluide, ondulanti e vibranti anguille! Questo è il vostro funerale, il traguardo della vostra corsa all'amore. A pezzi, bruciacchiate, in un barile pieno d'aceto, a grande velocità, porto assegnato. I l vostro ultimo

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