Pègaso - anno V - n. 6 - giugno 1933

Una gran dama di anteguerra e la società europea del suo tempo 7 4 7 già che non ne riconosca la grandezza storica; essa anzi prevede netta– mente, che un giorno « on ne verrà plus en lui que l'homme ayant fait une oeuvre durable, qui comptera dan les siècles futurs; tous les petits cótés tomberont, toutes les faiblesses s'effaceront, et le coup d'oeil sera tout autre » (p. 6 2 ) . Scritte da una dama in stretti rapporti colla Corte nel gennaio 1 8 9 1 , in pieno conflitto tra Bismarck congedato, e rim– pianto da ben pochi, e Guglielmo I I , queste parole hanno un certo merito. Ma colla stessa imparzialità la principessa rileva i lati me– schini del carattere di Bismarck, e biasima i procedimenti polemici d ì lui, la mancanza di rassegnazione, di dominio di sé, di « filosofia pra– tica », come essa scrive. È visto giustamente, insomma, che in Bismarck l'uomo era ben lontano dal valere il politico; e giustamente sfrondata di ogni idealizzazione la lotta da lui condotta contro il governo e l'im– peratore dopo il proprio congedo. Dotata di spirito d'osservazione morale, piuttosto che politico i n senso stretto, la Radziwill non si rende conto talora di certe trasfor– mazioni della politica europea ; per esempio, delle conseguenze del. ritiro' di Bismarck per le relazioni tra Germania e Russia, e quindi tra Russia e Francia. Ancora nel 1 8 9 4 essa non sospetta menomamente che tra queste due potenze esista qualche impegno particolare. Secondo lei, lo Zar ha fatto dei buoni affari colla Francia (i prestiti), dando sola– mente qualche buona parola (p. 2 0 6 ) . Bisogna dire, però, che questa illusione fu diffusa largamente e per lungo tempo in Europa, grazie al segreto molto ben mantenuto sull'alleanza franco-russa e alla persua– sione dell'impossibilità di un'intesa fra zarismo e repubblica. Verso la Russia e l'alta società russa, — lo dicemmo già, — la Radziwill nutre un'oscura, ma profonda ripugnanza, che non si ar– resta neanche innanzi alle persone dei sovrani (in generale, a questa aristocratica autentica le teste coronate non impongono affatto). Ales– sandro I I I è detto, molto sbrigativamente, « il colosso dal corpo di . 1 bronzo e dalla testa di legno » (p. 2 0 ) . I n occasione di uno spegni– mento casuale della luce elettrica a Gatscina, egli ci viene presentato sotto un accesso di paura morbosa d'un attentato, « presque sans connaissance, blème, d'une pàleur effrayante. I l en a été malade quelques jours » (p. 2 2 ) . L a « liaison » dello Zarèvic con una ballerina, vero e proprio « faux ménage » con due figli, è svelato senza ritegni e criticato aspramente, ' come prova della mancanza di senso morale universale in Russia (p. 2 0 8 ) , Si attribuisce anzi a questa relazione il ritardo nel matrimonio dello Zarevic. In generale, lo stato politico, sociale e morale della Russia è de– scritto a colori foschi e si fanno previsioni di catastrofi, che si sono av– verate, ma solo venticinque anni dopo e con la guerra di mezzo. Ma non è mal visto, ed è stato confermato dalla guerra europea, che la Russia possedeva scarsa capacità offensiva, e che la corruzione amministrativa era per essa una causa grave di debolezza (p. 1 8 0 ) . Un'altra personalità, molto ammirata ai suoi tempi (talora an-

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