Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

L A R E G I N A M A R G H E R I T A (Ricordi personali). « M i v u o l guidare alla sala dove dev'essere esposto un grande ritratto ad olio del povero Re? ». Mentre obbedivo prontamente, la Regina Margherita m'aggiunse: « Q u a l c h e giorno addietro feci una rapidissima corsa qua dentro, e un giornale ha detto che mi fermai a lungo davanti a quel ritratto e l'elogiai moltissimo; ma io nemmeno lo v i d i ». Q u a n d o fum– mo sul posto levò gli occhi al quadro, poi si g u a r d ò attorno e visto che non c'erano estranei, disse: « O h D i o , che mostro! ». E passammo oltre. E r a l'estate del 1 9 0 2 , un'ora di prima mattina in cui i l pubblico non aveva ancor invaso l'Esposizione Internazionale d'Arte decorativa moderna aperta a T o r i n o , ed io, membro del C o m i t a t o promotore, v i stavo passeggiando per conto mio, quando erano corsi ad avvertirmi che giungeva da Stupinigi la Regina Margherita e intendeva visitare la mostra dei quadri e e delle statue. Siccome non fu pescato nel recinto che un solo mio collega, il pittore Delleani, così potei essere a fianco di Sua Maestà per p i ù ore, ossia per una visita minutissima. Presto mi stupì la conoscenza che aveva degli artisti italiani viventi, anche di fama secondaria, e i l ricordo che serbava d'opere da loro esposte in altre mostre, i l che le permetteva di giudicare quanto avessero o progredito, o regredito, o soltanto variato di stile. Mentre era un grandissimo piacere l'accompagnarla, i n realtà guidava essa i l povero cicerone, tanto p i ù che invece di studiar con lei ciò che vedevamo, m'attardavo a studiar lei. N o t a i u n carattere della sua intelligenza, raro i n quella misura anche presso chi la eserciti professionalmente; rarissi-

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