Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

3 2 0 F. Crispotti mo i n quel dilettantismo a cui nel p i ù delle materie sono c o n – dannati i p r i n c i p i ; ossia l'estrema regolarità delle sue n o z i o n i , frutto d'una disposizione naturale, d'uno studio accurato e me– todico, d'una memoria di ferro; i l che le dava modo d'aver sempre sotto mano u n archivio mentale ordinarissimo. C o n ciò S u a Maestà avrebbe potuto correre i l rischio d'alcunché di magistrale e pedantesco; ma la d i s i n v o l t u r a di gran dama e la ricca varietà di cose e di persone postegli i n n a n z i d a l suo uffi– cio regale, aveano dato ventilazione al suo spirito. D e l resto, anche fra gli u o m i n i variamente i l l u s t r i che for– mavano i l suo circolo serale sapevo n u l l a piacerle quanto i l mo– strare che si riteneva una loro discepola, pronta a tesoreg– giare diligentemente ciò che le fosse venuto da loro, piuttosto che a rivaleggiare i n manifestazioni originali e indipendenti. L a sua vocazione era di custode e protettrice d'ogni c u l t u r a ; di serbar q u i n d i ed accrescere quest'ultima per sé, onorandola poi privatamente e pubblicamente i n chiunque v'emergesse. I saggi i n cui si p r o v ò , — o scrivendo preghiere, o adornando di p a – role sue le pagine di qualche album, o rispondendo diffusa– mente ad auguri o condoglianze, — furono pochi e non t o l – sero la prevalenza di quella vocazione. Fece, del resto, p i ù e meglio che composizioni letterarie; coniò u n motto divenuto storico: « S e m p r e avanti, S a v o i a » , i l che riesce p i ù difficil– mente che lo scriver bene dei l i b r i . T a n t ' è vero che spesso, per procurare a grandi personaggi u n tal vanto, si mettono loro i n bocca motti che non hanno mai pronunziato. I l motto della Regina Margherita è tra i pochissimi auten– tici. F u p r o n u n z i a t o quando in un viaggio marittimo l ' a m m i – raglio voleva dissuaderla dal partire perché i l mare era grosso, ed ella espresse i n tal modo la sua v o l o n t à d'affrontare i l pe– ricolo. M a bene, da quell'episodio di coraggio personale u n tal motto fu i n n a l z a t o a stimolo pubblico per l'atto supremo di coraggio nazionale, ossia per l'intervento d e l l ' I t a l i a nella gran– de guerra. D a tutti si sapeva infatti che ella, pur vietando a sé stessa d'ingerirsi i n decisioni spettanti a l R e solo, aveva, fin dal principio del conflitto mondiale, sospirato che per la d i – gnità della monarchia e del paese si corresse alle armi. T • Secondo l'etichetta, la presentazione occasionale che di me avea fatto i l Gentiluomo di Corte, dal quale e dalla D a m a di servizio la Regina era accompagnata, valeva soltanto per in-

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