Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

3 8 2 J . H A S L I P , Grandfather's Steps - J . L A V E R , Nymph Etrant cinguettano come r o n d i n i i n un pomeriggio di m a r z o . L a stanza di S i – monetta Cesi « era parata con quelle tappezzerie d ' O l a n d a , i n velluto di l i n o , ove l'arte di Agata Wegerif imita la varietà dei m a r m i venati e vergolati come i broccatelli i cipollini i pavonazzetti... O v u n q u e , su i mo– b i l i di lacca precisi e nervuti, le rose i garofani i giacinti le orchidee sorge– vano da snelli vasi di maiolica ricchi di colature intense come s m a l t i » . N o n meraviglia che a un certo punto una delle « piccole sfìngi n u b i l i » si a l z i « con un viso di morta », e dica : « C'è u n ' a r i a che soffoca, qui. A p r i una finestra». L'atmosfera cosmopolita fiorentina d i d ' A n n u n z i o s ' i n c r i – nava di b r i v i d i sadici, col delitto di F o n d i e ÌTtylus di S w i n b u r n e . R i t o r – niamo nello stesso salotto a vent'anni di distanza, condotti per mano n o n p i ù dal poeta « che s'è beato », ma da una giovane straniera che è alle sue prime armi nel campo della prosa narrativa, J o a n H a s l i p . I n apparenza non molto è cambiato : i soliti fiori che fanno un gran bel vedere, i vasi di cristallo, e, invece dei preraffaeliti, Monet Cézanne R e n o i r ; le solite crea– ture strambe, frutto d'incroci internazionali, mezzo anglosassoni m e z z o latine, con un pizzico di sangue celtico e di sangue s l a v o ; e come evitare che gli sfondi siano estetici, la Pineta di C h i a s s i , le sale cinquecentesche dei p a l a z z i p a t r i z i di F i r e n z e , e via di seguito? M a l o spirito è un a l t r o : l'estetismo ha assunto sfumature p i ù s o t t i l i : consiste per esempio per una signorina della buona società nel levarsi le calze e u n i r s i ai contadini che pestano l'uva nel tino. C'è un sapore di Nacktkultur (si vedano a questo proposito le amene pagine di Nymph Etrant sulla colonia naturista). P o i , i l campionario di esotismi è p i ù svariato e piccante : non si citano solo cose e nomi n o b i l i ; ma chianti e paste al sugo, pommes frites e Homard Newburg son disseminate tra i quadri impressionisti; l'attenzione dell'au– tore non è p i ù così disperatamente unilaterale come nel 1 9 0 4 . F i r e n z e n o n è p i ù Florence la morte, e neanche la città del L y s rouge; ma è vista con occhio di tutto curioso, con la rapidità d'effetti pittoresca che R o b e r t B r o w n i n g f u primo a inaugurare, U n a donna non è p i ù paragonata alle creature fatali del Rossetti, labbra di vampiro, occhi di basilisco, e collo di cigno, ma, se mai, a l l ' O f e l i a di una poesia di Laforgue. Invece d i S w i n – burne, si legge Robert Bridges. J o a n H a s l i p sa disporre con a b i l i t à gli sfondi del suo r o m a n z o ; è una squisita ammobiliatrice, e se la sua mano pare qua e là un po' pesante nello spargere allusioni e parole di tre o quat– tro diversi paesi, la colpa non è sua, ma del genere d i vita della società internazionale da lei descritta. L a vicenda è ben congegnata e interessante per lo studio delle anime ancipiti prodotte dai m a t r i m o n i misti e delle varie r i f r a z i o n i e interferenze delle caratteristiche n a z i o n a l i ; l'insieme, sebbene tracciato con leggerezza di tocco, riesce alquanto eccessivo per la troppa v a – rietà di elementi: è come un plum-pudding, dove i l cuoco inglese, per prendersi la rivincita della semplicità della sua ordinaria cucina, versa a piene m a n i le droghe. L a copertina sintetizza assai bene Io spirito del v o – lume, con l'imperatrice T e o d o r a del mosaico di San V i t a l e , circondata d'iscrizioni di aspetto cosmopolita : un numero di telefono parigino, i l primo verso d'una famosa canzone popolare irlandese, brani v o l a n t i di conversazione inglese, e così v i a . M a J o a n H a s l i p non è altrettanto ardita nella tecnica narrativa, e, a chi abbia familiari i modernissimi anglosassoni, un passo come i l seguente apparirà piuttosto tame : « F i n dalla mattina essa aveva indossato i l nuovo vestito verde i n suo onore. « T u t t a di verde

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