Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

A . G E R E M I C C A , Amore mattutino 3 8 1 che sarebbe peccare di leccatura e bellurie. Perciò certe sue pagine, m a l – grado la fatica che indubbiamente gli sono costate, sembrano sgorgate di getto. E r a n o anni che non compariva a N a p o l i una raccolta così notevole d i novelle artistiche. E , nel leggerle, non si p u ò non ripensare a Mat– tinate napoletane e Rosa Bellavita di Salvatore D i Giacomo : novelle diversissime di natura e di stile da queste del Geremicca, ma a cui, tut– tavia, queste del Geremicca si ricongiungono idealmente. F A U S T O N I C O L I N I . • J O A N H A S L I P , Grandfather's Steps. — Cobden-Sanderson, L o n d o n , 1 9 3 2 . Se. 7 . 5 0 . J A M E S L A V E R , Nymph Errant. — H e i n e m a n n , L o n d o n , 1 9 3 2 . Se. 7 , 5 0 . Per la bibliografia, aggiungerei : G A B R I E L E D ' A N N U N Z I O , Eorse che sì forse che no, 1 9 1 0 . — L i b r o terzo, prime pagine. É M I L E M O R E L , Névrose, roman. — Paris, Bibliothèque internationale d ' É d i t i o n , 1 9 0 4 ; 2 5 compositions de Manuel O r a z i . E molti altri volumi potrebbero seguire. M a quelle pagine del Forse . c h e sì, e i l vecchio libro del Morel, e questo della H a s l i p , hanno i n comune l o sfondo fiorentino e la società cosmopolita contro esso profilata; e non trovo altra ragione per l'aggiunta del quarto, se non la curiosità d'effetti che si p u ò ottenere accelerando i tempi degli altri tre i n un allegretto vol- tairiano. Quegli amori cosmopoliti che nella prima decade del secolo ave– vano il ritmo lento e sfiaccolato del decadentismo, con preraffaelliti, mu– sica wagneriana, perversità e misticità hn-de-siècle, a p i ù di venti anni di distanza assumono sveltezza di scorci e di situazioni, sincopati da j a z z , una vivacità a fior di pelle, ma talvolta così birichina, da darci per un mo– mento l'illusione che nel 1 9 3 2 si sia molto p i ù sani e sereni che nel 1 9 0 4 . Questi libri l i sfoglio come figurini di mode, e ne derivo un divertimento analogo a quello comunicato da Cavalcade di Noel C o w a r d . Névrose ve lo raccomando come v i raccomanderei di tornare a vedere Ma l'amor mio non muore con L y d a Borelli, che un cinematografo romano ha avuto di re– cente l'ottima idea di riesumare pel sollazzo del pubblico d'ogni classe. Quelle languide pose, quelle figure di donne « magre » (che oggi sembrano grassocce), quei pantaloni a flauto, quell'estetismo misticizzante di carta– pesta del film del 1 9 1 2 , si ritrovano nel romanzo di M o r e l , epigono di quell'epigono che fu Jean L o r r a i n . L e illustrazioni di Manuel O r a z i sono u n capolavoro d'ingenuità decadentistica : i l frontispizio, soprattutto, colla testa esangue del protagonista, gli occhi color d'acquamarina, le ma– ni inanellate d'opali, mentre un verde vampiro gli morde i l cranio, è un indimenticabile « pezzo » da museo del costume. L e pagine del Forse che sì sono, naturalmente, a un altro livello, ma non illustrano meno i l gusto di un'epoca. Ragazze dell'aristocrazia fiorentina e della colonia straniera

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