Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

M . B E R T O L O T T I , Alessandro Magno 3 7 5 M A R I O B E R T O L O T T I , Alessandro Magno. - « L a critica medica nella sto– r i a » . — Bocca, T o r i n o , 1 9 3 2 . L . 5 6 . È un libro strano, e così diverso dalle nostre consuetudini di studio, che i l primo impulso è di diffidenza. Sarebbe mai questa l'opera di un lombrosiano i n ritardo? P i ù tardi la diffidenza cede, e i l libro impone rispetto per l'entusiasmo e la lucidità con cui la ricerca è condotta e per la compiutezza d'informazione, dalle fonti antiche fino alle opere p i ù re– centi e maggiori del W i l c k e n e del Radet. I l Bertolotti è nel suo campo uno studioso provetto, dirige da venticinque anni un Istituto di radio– logia e insegna radiologia all'Università di T o r i n o : entrando i n un cam– po per lui insolito v i porta tutta la serietà che la pratica di un gabinetto scientifico p u ò insegnare. E allora, diffidenza o rispetto? Rispetto, senza dubbio; ma proprio per questo bisogna dire ben chiare le ragioni della diffidenza. L e premesse del Bertolotti non si possono accettare. « Alessandro Magno, nella sua complessa personalità, rimane tuttavia un problema arduo ed enigmatico. » Problema, enigma? M a tutto nella storia è pro– blema ed enigma, non già perché essa sia una serie di misteri per risolvere i quali si debba chiedere la chiave a una disciplina estranea, i n questo caso all'antropologia; la storia è, per definizione, eterno problema, perché la vita umana è inesauribilmente ricca di motivi e la nostra mente è altret– tanto ricca di curiosità : ciò che diciamo problema è soltanto i l cerchio d'ombra inseparabile da ogni zona di luce. G l i storici, dice il Bertolotti, hanno dedicato « scarsa attenzione alla odissea delle ferite, dei disagi e delle malattie sopportate dal grande eroe. » G l i storici potrebbero rispon– dere che la patologia non l i interessa. È probabilissimo che i nervi ma– landati per i lunghi disagi o le conseguenze delle ferite abbiano prodotto in Alessandro turbamenti o afflizioni dell'animo, scatti o violenze, e ab– biano affrettato la sua morte; ma l'opera di Alessandro è grande e pate– tica per tutt'altre ragioni. L a storia si occupa di ciò che ha valore posi– tivo, e se pure avverte i l morboso, e certo ha i l dovere di avvertirlo, lo respinge da sé e non si trattiene troppo a cercarne le spiegazioni, perché esso rappresenta la parte negativa, destinata a rimanere sterile e circoscrit– ta i n breve spazio. I l morboso appartiene al mondo dei fatti naturali, del quale, diceva i l V i c o , solo Iddio ha la scienza, perché è L u i che l'ha fatto; lo storico si accontenta del « mondo delle nazioni », che è fattura dell'uomo. Sottoponetemi un eroe alla p i ù acuta introspezione di un me– dico, ravvisate in lui le leggi, — quelle che oggi si credono le leggi, — dell'eredità, stendetelo idealmente sul tavolo anatomico e non una volta sola, ma p i ù volte, via via che i l fanciullo diviene adolescente e l'adole– scente diviene uomo; parlatemi, come il Bertolotti fa per Alessandro, del temperamento dei suoi genitori e di quello della sua nutrice, persuade– temi che nella seconda infanzia ha sofferto di adenoidismo, spiegatemi i l piccolo mistero delle iridi diversamente colorate, l'una a z z u r r a e l'altra nera, e che era l'effetto di una paralisi congenita del nervo simpatico cer– vicale destro: e l'altro mistero dell'odore strano che emanava dalla sua pelle, e forse era l'agrore speciale di chi ha i capelli rossastri, anche se i cortigiani, per adulazione, v i sentivano una gradita fragranza : e i l mi-

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