Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

3 7 6 M . B E R T O L O T T I , Alessandro Magno stero del torcicollo, che pareva così grazioso e gentile agli scultori greci, e forse era l a conseguenza di un intervento ostetrico durante i l travaglio di un parto ritardato, o forse era una posa inconsapevole assunta per ri– mediare a un difetto di v i s t a . . . Io v i seguirò e finirò col credervi, se v o i avrete la dottrina del B e r t o l o t t i ; m a v o i non m i avrete spiegato che l a « c o s t i t u z i o n e » dell'eroe. P i ù i n là c'è l a « p e r s o n a » , —- prendo le pa– role dal linguaggio degli antropologi; — e solo con la persona comincia la storia o la biografia. I l Bertolotti indaga i n Alessandro cuore, cervello, muscoli, n e r v i , sangue, u m o r i . Homo sum...; tutto ciò che è umano p u ò divenire ogget– to d i studio, purché si sappia dove si vuole e si p u ò arrivare. S i v u o l m o – strare i n Alessandro un esemplare magnifico della nostra specie? S i v u o l suscitare per lui una p i ù intima e commossa simpatia? E s i a : trascinati a poco a poco dalla appassionata serietà del Bertolotti, finiremo con l ' a – mare la figura dell'eroe quale egli ce la presenta, anche se essa è lontana da quella che noi desideriamo di capire : v i v a senza dubbio, perché anche il sangue delle ferite e le febbri sono segno di v i t a , ma di una v i t a ge– nerica : p i ù tipo che personaggio; e n o n staremo a riflettere se l ' u m a n o , per essersi fatto troppo carnale, non si sia per caso ridotto al p u r o fisio– lògico. Se non che, i l problema di Alessandro, nel senso relativo che l a frase p u ò avere, rimane quale era ; ossia, per ora, quale è stato posto dal Radet. I l contrasto tra l'ellenismo, di cui Alessandro da principio parve farsi i l campione, e i l despotismo orientale, da cui i n u l t i m o parve affa– scinato e attratto; i l dissidio tra libertà civile e autocrazia, tra equilibrio morale e sentimento orgiastico della v i t a , tra razionalismo e ossessione religiosa, i n una parola tra spirito apollineo e spirito dionisiaco; i l d r a m – ma che gli storici avevano posto fuori da Alessandro, nel clima della sua epoca, i l Radet lo trasferì e lo compose nel cuore stesso di l u i , avviato alla sua incredibile impresa fin dai p r i m i sogni dell'adolescenza, e ridiede così alla sua vita una u n i t à di svolgimento che essa n o n aveva ancora r i – cevuto. L o storico futuro probabilmente dovrà muovere di q u i ; m a l ' a n – tropologia non ha m e z z i per approfondire o chiarire . il p roblema. Così l a prima parte del libro del Bertolotti, che è d i ricerche o me– glio i n d u z i o n i antropologiche, "è quella che meno ci persuade. L a conclu– sione a cui egli arriva, ; — che Alessandro sia stato u n meraviglioso cam– pione della specie umana, preparato da natura a sopportare ogni genere di prove con esuberante e straordinaria energia, —- noi l'accettiamo per vera; eppure la sua argomentazione suscita continue obbiezioni. L ' a n a l i s i è acuta, le cautele sono m o l t e : ma proprio l'ampiezza e la sottigliezza della discussione ci fa avvertire per contrasto l'incertezza dei documenti su cui si f o n d a : descrizioni generiche di storici antichi, effìgie impresse su monete, sculture o copie di sculture dell'epoca ellenistica... C e r t o i l volto di Alessandro nel musaico d i Pompei, così emaciato, squallido, quasi stravolto, è strano e fa pensare; ma quando i l Bertolotti m i v u o l sug– gerire con esattezza a che cosa io devo pensare, ossia al volto d i uno che usciva da un accesso d i malaria, io m i rifiuto a una conclusione così pre– cisa. C i sono dei particolari poco sicuri di cui u n biografo artista h a d i – ritto d i servirsi, a patto d i accennarli d i sfuggita, come simbolo d i verità che saranno poi dimostrate per altra v i a ; se .vi insiste, otterrà i l risultato d i moltiplicare i dubbi.

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