Pègaso - anno V - n. 3 - marzo 1933

3 6 8 E. Vittorini - Ricordo di Francesco Lanza spazi di realtà, « I due mazzarinesi badavano a l l ' o r t o , e i l pà riposava al pagliaio. O r uno della partita contava a voce forte i cocomeri da por– tare i n p i a z z a ; e l ' a l t r o : • — • O Pé, — gli g r i d ò a un p u n t o , — mentr'hai la bocca aperta, chiama i l p à ! » Q u i i l lettore non si sperde i n un folto d i segni; vede i l campo sotto i l sole col pagliaio dove dorme i l padre, vede l'orto nella gran luce dei cocomeri ammassati i n mezzo, sente la voce forte del c o n – tadino che scandisce, uno, due, tre, quattro, cinque...; e tanta realtà egli p u ò vedere i n pochissime righe, grazie all'assurdo, che colora d'un torpido senso la scena, della battuta finale. E un'altra ; « U n a volta che i l roddusano stava con l o schioppo fra le gambe aspettando le mosche, vide volarsi incontro una pernice. C o m e prima gli venne lasciò partire i l colpo, e quella cadde; m a corso a prenderla, invece di una pernice era u n ' u p u p a . A n d a t o a casa, se la m a n g i ò come pernice; e dopo, tutto lieto del bel colpo, lo contava i n p i a z z a : — - L o sapete? H o ammazzato una pernice ch'era anche u n ' u p u p a ! » . Giocando a volta a volta con l ' i d i o z i a e la sensuale ingordigia dei rustici L a n z a rivela, i n questi Mimi, una grazia che è da scrittore p r i – mitivo. E del resto egli riesce a portare ai fastigi della lingua, p r o p r i o come un primitivo, cose nate oralmente, che nel dialetto del suo popolo fanno parte della p i ù maliziosa e ancora v i v a chanson de geste di plebe. Francesco L a n z a era nato a V a l g u a r n e r a , i n provincia di E n n a , i l 5 luglio 1 8 9 7 . Combattendo per la guerra del 1 5 - 1 8 , s'era buscata i n trincea una lesione polmonare che lo costringeva a periodiche cure ri– costituenti. Redattore del Tevere, spesso da R o m a doveva correre a r i – farsi le forze nell'aria nativa. D o p o lo scorso Natale, passato coi suoi, fattasi l ' u l t i m a iniezione della cura, si metteva i n viaggio per tornare a R o m a . I n treno f u colto da febbre altissima. Dovette scendere a C a t a n i a , fermarsi i n albergo. T r a s p o r t a t o poi a V a l g u a r n e r a v i spirava i l 6 gen– naio del corrente anno, per setticemia. A me è rimasto i l rimorso di aver sempre rimandato l a v o l t a d i andarlo a trovare, a R o m a , come quel giorno che lo conobbi gli avevo promesso. / ' ' , - * ' ' * l È ' " ' Y x " - ' f H ^ V ' ^ ' j • E L I O V I T T O R I N I .

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