Pègaso - anno IV - n. 10 - ottobre 1932

LIBRI. UGO GALLO, Nievo. - Degli Orfini, Genova, 1932. L. 18. Il libro biografi{·o-critico di Dino Mantovani Il poeta soidato ha i suoi trent'anni ben suonati. E naturale che quanti, dopo a-ver studiato il poeta, si accingono a scrivere d' Ippolito Nievo, abbiano alcmic~é da correggere e da aggiungere a un volume composto in tempo ormai già tanto lontano. Ma conviene dire spassionatamente che anche leg– gendo il libro di Ugo Gallo, il più recente e uno dei più devoti libri comparsi sul. Nievo, si ha l'impressione che in sostanza il Mantovani abbia lavorato bene sopra un argomento allora quasi vergine tanto per la critica quanto per la ricerca biografica,. Tutto sommato, messi a posto alcuni e1·rori e riempite alcune lacune, il Nievo, quale fu narrato dal ,Mantovani, tuttora ,:·esta. Nemmeno il Gallo ha molto di essenzialmente nuovo da dire. sotto l'aspetto biografico. Attende anche lui, come lo attendeva trent'anni addietro il suo predecessore, la pubblicazione dell'epistolario completo del poeta, mentre lettere sparse e singoli carteggi i:;ivanno stampando qua e là, e il Gallo stesso, in chiusa. al suo volume, offre un interessante fascio di lettere. L'epistolario potrebbe permettere una ricostruzione definitiva della vita del Nievo. Ma anche i giorni commemorativi del centenario di lui sono passati, e l'epistolario chi sa quando verrà. Dopo la misterio&a fine e la postuma rivelazione del fortissimo in– gegno che egli era stato, fu inevitabile che intorno al Nievo si formasse un po' di leggenda. A suggestione di leggenda, io attribuirei per esem– pio, l'errore del Mantovani di non aver riscontrato l'anno esatto della morte di Bice Melzi e d'averla fatta morire due anni prima: il che certamente giovava a un collegamento più intimo col dolore per il perduto poeta. Il Gallo corregge. Nonché morire, la donna amata dal Nievo metteva al mondo nel 1863 una bambina; e solo due anni dopo, che erano quattro dalla morte di lui, si spegneva ella a sua volta. La leggenda era più bella; ma la verità è questa. Sarà poi anche vero che l'amore d'Ippolito e della cugina non avesse mai trasceso il limite dell'amorosa amicizia, anziché prorompere in accesa passione come fu sempre creduto ? Il Gallo, in tutta la sua biografia, accetta la passione, senza di che non si spiegherebbero né certi riflessi sul carattere della Pisa_na, fatto in tanta parte sul vero, né la tempestosa intimità di certi versi; ma da ultimo accoglie pure una nota dove si accenna a documenti pos_se_d~ti dalla famiglia dai quali apparirebbe che si trattò soltanto di am1c1z1a..Ben· forti, io penso, dovranno essere questi documenti per BibliotecaGino Bianco

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