Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

Pres~ntazione di fm Giordano da Giano 231 cotevano. E poiché i frati tra loro si domandavano perché mai così fos– sero massacrati, uno disse : ' forse· perché vogliono avere le nostre to– nache'. Ma,, dategliele, quelli non desistevano dal bastonarli. Allora ag– giunse: ' Forse vogliono av~re anche le. nostre camicie '. Ma, dategliele, le nerbate non cessarono. Disse a.Bora: ' Forse vorranno avere anche le nostre brache;. E, dategliele, finalmente quelli desistettero da,l percuo– terli e permisero che .se ne andassero ignudi. E mi riferì uno di nuei frati, che egli aveva così perdute le brache in una quindicina di ·vil– laggi .... >>. Quel frate, alla fine fece una pensata: « dette brache egli imbra,ttò di sterco di bue e d'altre immondizie e cosi i pastori stes,si, avendone nausea, gli eonsentirono di tener.sele >>. Peggio andò in .Spagna, dove la prima missione francescana contò cinque martiri. E corse subito tra i frati una leggeqida dei martiri spa– gnoli. Ma come la leggenda giunse a .San Francesco, il Santo proibì che fosse letta dai ,suoi frati e ammoni (grandissimo monito): og'YVU/Y/Jo si glori del suo proprio martirio e non delZ,altrui. Queste erano state le prime missioni francescane. Quanto a sé, fra Giordano non si sentiva nato missionario, non aveva sete di martirio. E non lo nasconde. Il capitolo più vivace della Cronaca, dove lui più chia– ramente svela la sua natura, è quello che narra come fu ehe, contro la sua s.te.s,sanatura, andò missionario. L'anno 1221, il 23 di maggio, San Francesco celebrò alla Porziuncola il Capitolo generale. Tra professi e novizi erano presenti tremila frati; tanti ehe fu impossibile alloggiarli e « in un campo spazioso e recintato s'erano accampati sotto delle ·stuoie e ivi dormivano e mangiavano, a ventitré mense ordinatamente, .separatamente e comodamente disposti». E quello restò detto il Capitolo delle stuoie. Quando il Capitolo era già sul finire « venne pensato a San Francesco che non era stata fatta anc6ra la propagazione dell'Ordine in Germania. E poiché San Fran– cesco era in quei· giorni molto inf'ermo, qualsiasi cosa. aveva egli da dire nel Capitolo veniva detta da frate Elia, e San Francesco sedendo ai piedi di frate-Elia, tirò costui per la tonaca». Ricevuto l'ordine, frate Elia chiese ai frati se ve ne fossero che volevano ::i,ndare in Germania; « si alzino in piedi e si facciano da questa parte». Novanta frati balza– rono in piedi, -si appartarono sul prato e li ·si sedettero. E qui entra in ballo fra Giordano e bisogna che racconti lui: « C'era a quel tempo un certo frate nel Capitolo che: aveva abitudine nelle sue orazioni di supplicare il Signore a che la propria fede non fosse svia,ta dalle eresie della Lombardia e non fosse messa a repentaglio dalla ferocia dei Tedeschi.. .. Il qual frate, vedendo molti alzar,si •su pronti a recarsi presso i T'edeschi; stimando che anch'essi sarebbero martirizzati dai Tedeschi e dolendosi di non aver conosciuto a nome i frati mandati in Spagna ed ivi martirizzati; volendo in questa occasione evita.re quel ,::he gli era accaduto con quelli; alzatosi dal mezzo della moltitudi ne a,ndò presso di loro, passando dall'uno all'altro e domandf!,ndo: - Chi sei ? E donde sei ? - giacché stimava per sé gloria grande, se mai acca,desse che fossero martirizz.ati, poter dire: - Io ho conosciuto questo e quel- 1'altro. - Ma vi era tra quelli un frate, di nome Palmerio diacono, che poi fu fatto guardiano a Magdeburgo, uomo giocondo e faceto, oriundo dal monte Gargano in terra di Puglia. Presso di lui come fu giunto BibliotecaGino Bianco.

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